I furti hanno riacceso i riflettori sulla struttura chiusa dal 2020. Antonello Costanzo che ha in mano la delega al Patrimonio risponde alle critiche della minoranza e punta alla rinascita con un cronoprogramma di interventi entro l'estate
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Ci voleva un furto per riaccendere i riflettori sul Planetario di Cosenza, opera che portava in dote la promessa di un futuro radioso per una zona già baciata dal tocco valenciano del ponte di Calatrava, e che invece è rimasta sospesa in un tempo e in uno spazio indefiniti (qualcuno ancora ride sulla battuta: ecco il ponte che collega il niente col nulla).
Eppure c’è chi dice che non è così, mano sul cuore. È Antonello Costanzo, che da due mesi ha in mano la delega al Patrimonio, una brutta gatta da pelare. «L’amministrazione del Planetario non s’è mai dimenticata della struttura – giura – e il furto non c’entra con l’impegno che abbiamo preso di riportarlo in vita. Già in commissione lavori avevo parlato dei furti e del vandalismo, ben prima che la notizia fosse diffusa dalla minoranza. Non abbiamo nulla da nascondere». Comunque, mai come ora l’argomento è trend topic, cioè se ne parla (a volte con qualche veleno di troppo). Dalle parole si arriverà a i fatti è tutto da vedere.
«Abbiamo un cronoprogramma di interventi – spiega -. In primis la conta dei danni, poi la pulizia degli esterni e degli interni. Sarà avviato anche un servizio di vigilanza in attesa dell’attivazione delle telecamere».