Piazza del Popolo a Reggio Calabria è certamente un luogo in cui la complessità della storia e del tempo che passa si condensano. Da piazza delle Adunate fasciste è divenuta un luogo di grande importanza storica e sede di una vasta area mercatale. Accanto insiste il complesso architettonico De Mojà costruito negli anni Trenta, in pieno Ventennio. Del complesso fa parte l'edificio dove oggi ha sede della sezione staccata del Tar della Calabria, un tempo la casa del Fascio che Mussolini nel 1939 venne a inaugurare in pompa magna.

Nato per ospitare la caserma dei Giovani Fascisti, con palestre sportive, con la visita di Mussolini del 1939 il complesso fu adibito a sede dei Fasci di combattimento. La piazza delle Adunate, divenne piazza 31 marzo poi, e fino ai giorni nostri, piazza del Popolo.

Venti di cambiamento

Questo frangente storico spinge verso un profondo cambiamento in cui le prospettive che sembravano ineluttabili e immodificabili per questo spazio, mutano di nuovo. Questa volta a metterle in discussione non è la caduta di un regime dittatoriale, evento epocale ma per certi versi più lineare nelle sue conseguenze, ma la decisione dell'Amministrazione comunale chiamata a gestire i beni comuni nell'interesse della collettività, quindi nell'interesse generale e non particolare. Il Capodanno Rai e la sperimentazione della destinazione ad area parcheggio, in una città in cui servono anche e molto i parcheggi, poi prorogata in costanza dei saldi, hanno delineato una nuova possibile vita per questo slargo. Una prospettiva, coerente con l'intenzione del Comune di mettere in campo un progetto di riqualificazione complessiva di tutta l'area. Un'intenzione che sta facendo discutere. Continua a leggere su IlReggino.it