VIDEO | La cronista, inviata de Il sole 24 Ore, ha trascorso nove giorni sulla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, un’esperienza umana e professionale che le ha toccato le corde dell’anima. «Ho provato un grande senso di ingiustizia»
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Cosa accade su una nave durante le operazioni di salvataggio dei migranti in mare? E chi sono questi uomini in cerca di speranza? Cosa provano i soccorritori? Lo ha descritto minuziosamente e con estrema profondità emotiva la giornalista Rosalba Reggio nel suo libro A bordo. Diario di un salvataggio, presentato sabato 9 novembre nelle sale dell'auditorium Sant'Agostino di Paola. L'opera è edita da “Il Sole 24 Ore”, giornale per cui la cronista lavora come inviata. Con lei ne hanno discusso il sindaco della città, Giovanni Politano, la sua vice, Maria Pia Serranò, e Giuseppe Bruno, noto avvocato penalista.
A bordo della Geo Barents
Nel 2023 la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sbarca nel Mediterraneo per soccorrere una sessantina di uomini alla deriva. La giornalista Rosalba Reggio sale a bordo per documentare la vicenda, ma quando torna a terra si rende conto che quella esperienza le ha toccato le corde dell'anima e decide di mettere le sue emozioni nero su bianco. «Il libro è un un reportage, è essenzialmente un diario di una mia esperienza professionale, ma soprattutto di un'esperienza umana - ha detto la cronista ai nostri microfoni -. Mi sono imbarcato per nove giorni nella nave di soccorso di Medici Senza Frontiere nel Mediterraneo e ho partecipato a un'operazione di salvataggio sui gommini di cinquantasette giovani uomini».
Ingiustizia e umanità
Durante quel periodo, la giornalista Rosalba Reggio ha sentito storie e visto immagini che difficilmente potrà dimenticare. «Ho provato un grande senso di ingiustizia perché, per una casualità, c'è chi nasce in posti terribili del mondo e per, la stessa casualità, noi viviamo in un mondo in pace e ricco, non è giusto. Al tempo stesso ho provato anche un grande senso di umanità, perché in quei luoghi dove c'è bisogno di tutto e dove le persone con grande amore danno, perché gli operatori delle Ong questo fanno, ti rendono conto - concludono - della vera natura dell'animo umano, del fine ultimo, che è appunto l'empatia, essere in relazione con gli altri. Quindi è una bella lezione di vita».