Ne ha fatto di strada quel giovane architetto calabrese, Giuseppe Samà, che abbiamo seguito, passo passo, da queste pagine sin dei primi momenti della sua affermazione a New York. Quel ragazzo di Fuscaldo, che ad un certo punto della sua vita, ancora giovane, decide di tentare la fortuna in America, come si faceva nell’ottocento, poi nel novecento, fino ai giorni nostri. Un ragazzo, naturalmente inquieto, anche irrequieto, con tanta voglia di fare, di dimostrare le sue qualità, ma che qui in Calabria non trovava la strada giusta: "nemo propheta acceptus est in patria sua «nessun profeta è gradito in patria", si legge nei Vangeli.

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L’archistar Giuseppe Samà è tornato a Fuscaldo da Manhattan per partecipare ad una bella iniziativa in suo onore. Sindaco e amministrazione comunale gli hanno conferito uno speciale riconoscimento per rappresentare con i suoi progetti e le sue realizzazioni la Calabria nel mondo. C’erano oltre al sindaco di Fuscaldo, sindaci e rappresentanti di diverse amministrazioni comunali, e c’era anche la Regione con il consigliere regionale Pietro Molinaro anche in considerazione del fatto che l’architetto Giuseppe Samà è tra i prescelti come “ambassador, Terra dei padri” che vede come protagonista niente di meno che il Consulente senior della Banca Mondiale Giuseppe Gramigna. “Calabria Terra dei Padri, gli ambassador”, voluta dalla Regione, è  una mini web-serie a carattere documentario realizzata da Fincalabra.

Giuseppe Samà è apparso piuttosto emozionato nel raccontare la sua avventura davanti alle Istituzioni e a tantissimi calabresi, quella di un ragazzo che dopo la laurea “con sole 400 euro in tascaha deciso di raggiungere New York, entrando in rapporto con un emigrato di Paola, Tony Brusco, da decenni negli Stati Uniti, che aveva fatto fortuna nel mondo dell’editoria, ma che aveva fatto tantissimi lavori e mille sacrifici prima di raggiungere una posizione di prestigio. Stessi sacrifici, sebbene 50 anni dopo, quelli fatti dal ragazzo di Fuscaldo che appena a New York ha inviato decina di curriculum in cerca di un lavoro. Lo assume uno studio, lavora 13-14 ore al giorno per sopravvivere: “e meno male che in America pagano ogni settimana”! 

Poi si mette in proprio, realizza i primi progetti “lavorando anche di notte”, viene notato per le sue idee fortemente innovative, ha successo, conquista i miliardari americani che credono nelle grandi qualità del giovane architetto calabrese. È fatta! Riconoscimento dopo riconoscimento, il giovane architetto calabrese è stato scelto per la progettazione dei ristoranti all’interno delle locations sparse per tutti gli Stati Uniti del gruppo Macy’s and Bloomingdales.  Per chiunque vada a New York, i grandi magazzini Macy’s e Bloomingdales sono tra le mete più visitate per lo shopping. La location Macy’s di Herald Square nel cuore di Manhattan, con i suoi 100.000 metri quadrati di superficie, è considerato il negozio più grande al mondo. Tantissimi i lavori che portano la firma di Samà, tanta la fama che conquista l’architetto calabrese.

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E dopo aver realizzato gli interni in un attico nel grattacielo residenziale più alto al mondo, ha ricevuto un nuovo prestigioso incarico: il design di un attico nella “Billionaire’s Row”, di New York City, che è stato venduto per 53 milioni di dollari.

 
Intanto il sindaco di Paola ha annunciato di avere deciso, insieme a tutta l’amministrazione comunale, di affidare la progettazione di un’importante opera pubblica all’architetto Samà. Un bel segnale. Ma Samà durante questi primi anni americani ha dimostrato un forte attaccamento verso la sua terra. Dimostrandolo nei fatti: "Ho sempre valorizzato il Made in Italy, ho sempre utilizzato per i miei lavori materiali italiani e soprattutto calabresi, perché anche noi siamo in grado di produrre qualità, puntando all’innovazione".