Trentadue episodi di violenza contro gli operatori sanitari, 39 lavoratori coinvolti. Solo in Calabria. I dati sono relativi al 2023 e sono contenuti nel report sulle aggressioni al personale curato dalla Uil e presentato questa mattina nella sede del sindacato a Lamezia Terme.

Un report che prelude al lancio di una campagna di sensibilizzazione intitolata “Proteggere chi ci protegge”, pensata da Uil e Uil Fpl Calabria proprio per cercare di contrastare un fenomeno sempre più allarmante e che nello scorso anno ha fatto contare in tutta Italia più di 16mila episodi, con 18mila sanitari coinvolti. A raccoglierli l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), che scatta una fotografia in cui le segnalazioni di violenze provengono in gran parte da strutture pubbliche, con solo il 4% riguardante il settore privato accreditato con il Servizio sanitario regionale.

Maggiormente colpite a livello nazionale risultano le donne e, in particolare, la categoria degli infermieri con un incremento, negli ultimi cinque anni, del 38% dei casi. All’origine, segnala il report della Uil, «carenze di personale e lunghi tempi di attesa, che contribuiscono a tensioni tra pazienti e operatori sanitari».

«Nel 2024, le aggressioni contro il personale sanitario in Italia, e in particolare in Calabria, continuano a essere un grave problema, con un trend di aumento rispetto agli anni precedenti – si legge –. In Calabria, solo negli ultimi mesi, si sono registrati episodi di violenza, come quello al pronto soccorso di Lamezia Terme, in cui un infermiere è stato minacciato per presunti ritardi nell’assistenza. Al pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, del 21 luglio dove un uomo ha aggredito un infermiere, al pronto soccorso del Gom di Reggio Calabria del 13 settembre 2024 dove una dottoressa è stata aggredita da un utente che pretendeva di essere visitato subito, all’ospedale Iazzolino di Vibo e a Soriano dove sempre nei mesi di aprile e di luglio 2024, si sono verificate aggressioni contro medici e infermieri, all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone dove a luglio 2024 è stato aggredito un anestesista rianimatore».

Le aree più critiche sono i Pronto soccorso, i reparti psichiatrici e le guardie mediche. Un fenomeno diventato ormai emergenza e che ha portato il Governo ad approvare misure come l’arresto in flagranza differita, che consente di intervenire anche dopo l’aggressione grazie a videocamere di sorveglianza, che saranno potenziate in ospedali e altri presidi sanitari nel 2024.

I dati regionali

Come detto, nel 2023 in Calabria si sono registrati 32 episodi di violenza che hanno riguardato 39 operatori, di cui 24 uomini e 15 donne. Sedici erano infermieri, 4 medici e 7 Oss, ma c’erano anche tecnici e autisti soccorritori.

Venti i casi in cui la violenza verbale è sfociata in violenza fisica. Protagonisti soprattutto pazienti, con accompagnatori coinvolti in 10 episodi.

Alcuni casi calabresi

L’ultima aggressione in Calabria si è verificata il 25 settembre scorso. Un uomo è stato fermato dalla polizia dopo un’aggressione verbale a un infermiere del Pronto soccorso di Lamezia Terme. «Pare si fosse presentato e pretendeva che sua moglie venisse ricevuta subito, senza alcun codice emergenziale assegnato, e non vedendo accolta la sua richiesta ha reagito aggredendo verbalmente l’infermiere».

Ma il caso eclatante ha riguardato l’ospedale di Vibo Valentia, dove per prevenire le violenze il prefetto Paolo Giovanni Grieco ha mobilitato l’esercito, all’interno di un piano di rimodulazione dei servizi di vigilanza già operati su obiettivi sensibili nel territorio vibonese nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”. Diverse le aggressioni al personale sanitario di Vibo registrate nei mesi precedenti alla decisione.

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Scendendo ancora più a sud vale la pena ricordare l’omicidio della dottoressa di Seminara Francesca Romeo, avvenuto il 18 novembre del 2023, quando la donna è stata uccisa a colpi di arma da fuoco al termine del suo turno di guardia medica a Santa Cristina d’Aspromonte, nel Reggino. Ferito il marito che viaggiava con lei.

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La campagna della Uil

«Alla luce dei dati rilevati, è evidente – si legge nel report della Uil – la necessità di potenziare le misure di prevenzione, formazione e protezione del personale sanitario in Calabria, soprattutto nei settori più vulnerabili. Il rafforzamento della sicurezza e una maggiore sensibilizzazione della popolazione potrebbero contribuire a ridurre il numero di episodi di violenza. Sarebbe opportuno anche pensare di istituire un Osservatorio/Comitato regionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie. Allo stesso modo vanno pensati sistemi di videosorveglianza e web cam da attivare a tutela degli operatori, sull'esempio di quanto in atto in alcune Aziende sanitarie (si veda ad esempio l’Asp di Cosenza)».

Da qui l’idea della campagna di sensibilizzazione, che attraverso una serie di iniziative pubbliche e sui media mira a coinvolgere istituzioni, cittadini e operatori del settore. Tra gli eventi previsti una Giornata dedicata alla problematica nelle principali piazze calabresi, con la partecipazione di medici, infermieri e rappresentanti delle forze dell'ordine. E poi una conferenza stampa per presentare i risultati delle indagini sulle aggressioni ospedaliere e discutere le soluzioni proposte dalla Uil.

Tre gli obiettivi dichiarati dal sindacato: «Sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore del rispetto per chi cura e sull'urgenza di porre fine alle aggressioni nei confronti del personale sanitario; istituire e potenziare i posti fissi di polizia negli ospedali calabresi, estendendo i tempi operativi per garantire una presenza continua e protettiva e, infine, sollecitare nuove assunzioni nelle forze dell'ordine per evitare che le risorse destinate alla sicurezza ospedaliera vengano sottratte al controllo del territorio».

«Chi lavora per la nostra salute e sicurezza - dicono Mariaelena Senese e Walter Bloise, rispettivamente segretaria generale della Uil Calabria e segretario generale della Uil Fpl Calabria - non può rischiare di essere aggredito sul posto di lavoro. La presenza di posti fissi di polizia è un deterrente fondamentale e chiediamo al Ministero dell'Interno di attuare nuove assunzioni nelle forze dell'ordine, per garantire che la sicurezza negli ospedali non avvenga a scapito del controllo del territorio».