Saranno protagonisti nella musica e nell’arte. E si faranno ancora una volta, così, testimoni di vita. Fervono i preparativi dello spettacolo “Padre, io sono cieco: può un cieco guidare altri ciechi?”, ispirato a un passo del Vangelo secondo Luca che racchiude, in una parabola di Gesù, uno tra i più grandi insegnamenti evangelici: tutto è possibile se il campo è sgombro dai pregiudizi. E per dimostrarlo, i rappresentanti dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Catanzaro metteranno in scena, il 13 dicembre, uno show al Politeama che dimostrerà con i fatti come sia possibile scardinare ogni stereotipo.

Luciana Loprete, direttrice artistica dell’evento e già presidente dell’Uic del capoluogo di regione, non ha dubbi: «Questi appuntamenti artistici servono a dimostrare non soltanto le capacità (spesso sottovalutate) dei non vedenti o ipovedenti ma anche a rilanciare il tema dell’integrazione e del supporto nei confronti di chi rischia di rimanere indietro. E tanta strada resta ancora da fare a sostegno di chi vive una qualunque forma di disabilità».

Lo spettacolo in programma al Politeama si terrà in concomitanza con la 64esima Giornata nazionale del cieco e ha l’obiettivo di «sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso il tema della cecità e delle abilità diverse, sulle capacità e gli strumenti di maggiore integrazione per abbattere il pregiudizio verso la nostra categoria», spiega Luciana Loprete. Ed infatti, gli artisti non vedenti o ipovedenti che saranno chiamati a esibirsi sul palco daranno un segno tangibile dei risultati che si possono ottenere «anche in condizioni di particolari minoranze sensoriali o fisiche».

Una dimostrazione, insomma, di vera normalità rispetto a una concezione anormale che la società riserva al mondo dei diversamente abili in genere. «Sui temi della cecità e delle abilità diverse – spiega infatti Luciana Loprete – riteniamo ci sia ancora molto da lavorare, partendo proprio da quei valori morali che nascono dalla famiglia. Per questo riteniamo importante raccontare, attraverso questo spettacolo, il nostro mondo in apparenza fragile, ma che ha dentro sé forza e coraggio: il mondo dei non vedenti, cioè di persone che pur vivendo in condizioni di difficoltà diventano essi stessi eccezionali testimoni della bellezza della musica, dell’arte e della vita».