La vita artistica del giovane di Sellia Marina dagli inizi a Catanzaro all’esperienza piemontese fino al successo grazie all’idea creativa che permette di far rivivere bulloni, torce e vecchie caffettiere: «Incendiamo il mondo di colori»
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È rientrato in Calabria per motivi di salute e già questa è una notizia visto che da qui in genere si parte. Ma per Massimo Sirelli ora che ha ritrovato i suoi spazi, la sua aria ed i suoi affetti, l'ispirazione artistica è definitivamente decollata ed il 2024 lo vede meritatamente tra i personaggi eccellenti dell'anno.
A lui sono ormai legati alcuni tra i progetti più belli e colorati realizzati in Calabria dove per questo può considerarsi a tutti gli effetti profeta in patria.
Catanzaro, sua città di riferimento, lo ha già celebrato a dovere e del resto le sue opere sono visibili ogni giorno mentre sue mostre si aprono un po' dappertutto nelle varie province della Calabria ed in giro in tutta Italia come ‘fenomeno’ innovativo ed originale di creatività.
30 anni con gli spray in mano
Massimo Sirelli, 43 anni, nasce a Sellia Marina e qui ha assorbito l'amore per l'arte di papà Fiore, un imprenditore automobilistico col pallino delle opere d'arte. «Vendeva le auto e regalava un'opera d'arte, fosse una spada borbonica o una poltrona d'epoca». Nella veranda del suo laboratorio ha ricevuto un cavalletto con tempera quando aveva 6/7 anni e da allora i colori e l'arte sono stati la sua vita, iniziando da graffiti e street art e svariando per tutto quello che gli è via via girato in testa. «Erano gli anni 90 e la tecnica di esprimersi sui muri cominciava a manifestarsi in giro per il mondo. Da allora sono 30 anni che ho le bombolette in mano e già da ragazzino mi chiavano per decorare le serrande dei negozi».
Dai rottami di Uria ai grattaceli di Dubai
Il giovane artista - che ama definirsi in realtà un appassionato della creatività - non ha avuto
formazione tecnica, tutto il suo estro l'ha sviluppato come talento puro. Una condizione che tuttora lo rende libero, come la visione di vedere in ogni rottame abbandonato un'opera o parte di essa. Come i robot, realizzati con pezzi recuperati lungo la fiumara di Uria o nelle campagne che digradano verso lo Jonio.
Il periodo pubblicitario trascorso a Torino lo ha forgiato come imprenditore dell'arte, poi divenuta la sua professione. Nel capoluogo piemontese insegna ancora, ma il tempo maggiore lo trascorre qui a Catanzaro. Per molti anni è stato creativo di società assieme a diverse persone tra cui anche qualche personaggio famoso (Luca Argentero ad esempio). I robot lo hanno consacrato: con loro è stato a Fondazione Prada di Milano e persino a Dubai dove ha creato una famiglia davanti alla biblioteca degli Emirati.
Lavoro dal letto d’ospedale
Eppure si tratta di opere venute fuori con bulloni, torce vecchie, oggetti abbandonati di quotidianità diffusa, lattine, caffettiere ribattezzate e restituite alla 'vita'.
Tutto facile tutto bello? Nemmeno per sogno. Nel 2020, in piena pandemia, gli diagnosticano un linfoma. Sirelli torna qui, affronta il male con grande forza e l'ausilio della famiglia, mamma Rosa, il fratello, la sorella, gli amici ed i sanitari della costituenda Dulbecco di Catanzaro. «Non ho mai smesso di lavorare - ammette con orgoglio - ho persino scritto e diretto un video per Zero Assoluto dal letto d'ospedale, andavo a fare le trasfusioni da solo. C'erano attori-artisti che stendevano il colore mentre io li dirigevo dal letto». Una grande battaglia che lo ha esaltato.
Grandi marche nazionali e mondiali
Il brand Sirelli è rintracciabile anche tra le marche più importanti che gli hanno commissionato idee e campagne. Anche l' Us Catanzaro di recente ha voluto una maglia limited edition utilizzata nella recente partita, poi vinta contro il Brescia. Ma Bosch, Lavazza, Amarelli, Montblanc, Tissot, Amarican Express, Tissot, Callipo sono solo alcune delle aziende che lo hanno chiamato, specie dopo il boom dei suoi robot. «Li potete vedere sulla piattaforma Adottaunrobot.com - afferma col candore di un bambino - gli ho dato un nome e spiego di cosa sono fatti e la loro storia. Ognuno di loro ha una storia frutto della mia visione dei loro componenti».
Scalin’art, frangiflutti e maxi-mosaico
Non solo robot. La sua produzione spazia in oggetti, quadri, composizioni. Come un cuore realizzato con i piccoli carri armati del Risiko. O le due torri alzate con pezzi di vecchie caffettiere. E poi ci sono le grandi installazioni. A Catanzaro splendono i colori delle sue Scalinart, in cui Sirelli ha voluto coinvolgere anche altri artisti (Spadanuda, Frelli e prossimamente due ragazze di Siderno). O ancora i frangiflutti colorati al Porto. «E' stata una grande esperienza - aggiunge compiaciuto - abbiamo dato tanto colore a quel luogo e speriamo di darne ancora. Persino negli States ne hanno parlato in qualche tesi di laurea». A Genova ha messo due robot giganti davanti a Palazzo Ducale, ha realizzato il mosaico più grande della Calabria a Soveria Simeri, quasi 300 metri quadri. Un 2024 pirotecnico. Ed ora? Quali sono gli obiettivi?
Scuola-Sirelli? Sognare non costa nulla
«Beh, un bel progetto sarebbe quello di allestire una scuola - ammette stimolato dal cronista - in questo momento mi fa sorridere ma ammetto che avverto già il bisogno di una mano d'aiuto. Mi piacerebbe individuare un posto in cui avviare giovani che hanno il mio stesso 'fuoco' creativo e 'incendiare' di colore tutti i luoghi che lo desiderano»
Una dedica? «A mia nonna Teresa, che assieme al resto della mia famiglia, mi ha assecondato». Anche se non sono mancati i primi momenti di scetticismo. Oggi Massimo Sirelli è una splendida realtà, visibile, palpabile e produttiva. Non resta che attendere per esplodere in un nuovo …"wow!!!"