Per ora passeranno certamente sei mesi, poi chissà. La tagliola alla discussione del ddl Zan, che ha di fatto azzoppato almeno per questa legislatura il disegno di legge contro l’omotransfobia, è stata al centro della puntata di quest’oggi di Perfidia.

L’attivista Cerimana a Perfidia

Grande è stata, difatti, la delusione espressa da Federico Cerminara, attivista e fondatore di Arcigay in Calabria, che ha mostrato tutto lo scoramento suo e della galassia che lavora per il riconoscimento dei diritti del popolo LGBT+: «È strano che si dica che non c’è stato nessun dibattito, visto che questa discussione attraversa la società da anni anche grazie al contributo di realtà come Arcigay: i politici semplicemente nemmeno conoscono il ddl zan, ma si continua a diffondere posizioni ideologiche. Eppure quando c’è di mezzo la vita delle persone non sono battaglie ideologiche ma reali: se c’è anche una sola persona vittima di discriminazione, allora quel ddl ha un senso».

Cerminara e il ddl Zan

Un passaggio importante anche quello sull’identità di genere e sulla tanto osteggiata ideologia gender: «Ma che cos’è l’identità di genere – prosegue Cerminara – se non semplicemente il modo in cui una persona percepisce se stesso? Perché è così difficile da capire? Inoltre si fa una battaglia creando degli spauracchi, come ad esempio l’ideologia gender. Una volta si diceva “non andare lì che ti prende l’uomo nero”, adesso invece qualcuno probabilmente dice “non andare lì che ti prende l’ideologia gender”».

Un racconto appassionato e una difesa convinta del ddl Zan, quella di Cerminara, che arriva anche alla fine di un percorso lungo di difesa di diritti sul territorio calabrese: «Io ho una certa età – spiega l’attivista – e nonostante combatta con queste tematiche da anni, anche io un anno fa ho subito dei pesanti attacchi e ne sono stato molto colpito. Immaginate cosa succede quando tutto questo accade ad un adolescente, oppure a qualcuno che non ha gli strumenti adeguati per affrontare tutto questo. Se dite che questo disegno di legge non serve, che gli strumenti ci sono già, allora fatevi un esame di coscienza. Ci sono suicidi che in realtà sono omicidi, solo che nessuno va ad indagarne le cause , a scoprire cosa c’è dietro un ragazzo che ti toglie la vita perché magari non ha retto la pressione degli attacchi. Chi mi difende da questi attacchi? O mi devo affidare al buon cuore di chi mi vuole lapidare?».

L’appello alla consigliera Fi Straface

In chiusura, l’appello Cerminara lo gira a Pasqualina Straface, neo eletta in Consiglio Regionale nelle fila di Forza Italia: «Visto che lei è appena stata eletta e vista la presenza di diverse organizzazioni sul territorio, perché non aprite un dialogo con loro? Perché non ascoltate la viva voce di chi soffre tutti i giorni e affronta sui territori queste dinamiche così complesse?». Palla subito colta al balzo dall’esponente forzista, che accoglie l’invito: «Certamente apriremo un dialogo: la nostra è una forza liberale, non discriminatoria, e certamente avremo modo di collaborare».

Nel salotto di Antonella Grippo si alternano gli interventi di Pasqualina Straface, neo eletta in Consiglio regionale con Forza Italia, e Bianca Laura Granato, esponente di L’Alternativa c’è. In collegamento Skype, oltre Federico Cerminara, socio fondatore dell’Arcigay Calabria; Gianfrancesco Caputo, scrittore e opinionista; la giornalista e scrittrice Paola Bottero, e la senatrice di Italia Viva Silvia Vono.