Gli alunni dell'istituto d'istruzione superiore di Fuscaldo hanno incontrato la Polizia di Stato, ma anche giornalisti, criminologi ed esperti per una vera e propria lezione sul rispetto della donna e delle sue scelte. Il progetto, ideato e coordinato dalla docente Jenny Bottino, si intitola "Nemmeno con un fiore" e si è svolta volutamente nella giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Al tavolo dei lavoro hanno preso parte: la docente Lorella Boggia, moderatrice dell'evento; l'assistente sociale Marianna Andreoli; il criminologo Sergio Caruso: la giornalista e criminologa Maria Fiorella Squillaro; la presidente del Cif Cosenza Concetta Grosso; la docente iraniana Afa Parsa e la collega Natalizia Sinopoli. Erano presenti anche uomini e donne della Polizia di Stato.

Il ricordo delle vittime di femminicidio

In aula si è parlato dei campanelli d’allarme di un rapporto malato e dei numeri e delle cause dei femminicidi. Si è discusso anche del caso eclatante dell’imprenditrice Maria Chindamo, secondo i pentiti di mafia uccisa e data in pasto ai maiali per tarparle le ali. Un anno prima della scomparsa avvenuta a Laureana di Borrello, la poliziotta e scrittrice Angela Formaro l'aveva conosciuta nel corso di un evento pubblico. Il ricordo che ne ho è quello di una donna radiosa, felice perché voleva riprendere in mano le redini della sua vita, quindi aveva dei progetti di vita personali, ma anche lavorativi, e proprio questa libertà le è stata fatta pagare, la voglia di essere libera di decidere dalla propria vita».

La condizione delle donne in Iran

Tra i relatori c’era anche Afa Parsa, docente iraniana che ha parlato delle drammatiche condizioni in cui ancora oggi le donne sono costrette a vivere nel suo Paese d’origine. «La donna - dice - è in un certo senso obbligata a vestirsi come dice il regime, a portare il velo come vuole il regime e a sottostare a tutti i comandi. Però la cosa importante è che gli uomini sono al fianco delle donne. Abbiamo visto alcuni episodi in cui le donne iraniane si ribellano e poi vengono arrestate, ma molti uomini sono scesi al loro fianco perché anche loro vogliono la libertà. Un po' tutta la popolazione è stanca di questo regime che ha tagliato la democrazia».

Insegnare la libertà e il rispetto nelle scuole

«Innanzitutto - dice Lorella Boggia - voglio ringraziare il nostro dirigente scolastico, il professore Graziano di Pasqua, e la collega Bottino - ideatrice del progetto, ndr - che veramente ci ha tenuto affinché questo incontro si tenesse. Noi ci auguriamo - prosegue -che con questo convegno i nostri alunni abbiano veramente capito e fatto propri tutti questi concetti di cui abbiamo parlato detti oggi» e quindi compreso che ogni donna «ha la libertà di potersi manifestare in tutte le sue forme».