Le lingue sono custodi preziosi della cultura e della storia di un popolo e trasmettono le tradizioni, i valori e la propria identità da una generazione all'altra. Tuttavia, in un mondo sempre più globalizzato, per via dell’ integrazione linguistica, dell’urbanizzazione, molte lingue minoritarie rischiano di scomparire. «Nel mio essere atipica sono uno stereotipo, ossia rappresento ciò che si è perso con un’approssimazione generazionale» dichiara Francesca Librandi.

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Seppur nata da entrambi genitori arbëreshë non parla la lingua. È ormai una condizione diffusa nelle odierne generazioni, la quale accomuna non solo i paesi arbëreshë ma in generale le minoranze linguistiche. Sostiene che l’odierna generazione abbia perso l’educazione sia sul fronte familiare, non conoscendo la lingua e non seguendo i riti, sia su quello scolastico. È mancata l’istruzione e il raggiungimento della consapevolezza di quanto sia fondamentale battersi e impegnarsi a mantenere vivo il passato attraverso il suo tesoro, ossia le tradizioni, i riti, costumi, la stessa lingua e in questo caso la minoranza arbëreshë

Parlando di socialità è naturale constatare sia il positivo che il negativo. Francesca appartenente alla generazione millennial, ha riscontrato il positivo nella capacità di far fronte alle difficoltà relative ai cambiamenti improvvisi del mondo, nonostante non si sia pronti. Riscontra invece il negativo nell’isolamento emotivo, che ancor più di quello geografica grava sulla società. È evidente la necessità di riscoprire il senso di comunità, dare un maggiore valore allo stare insieme riscoprendo nuovi luoghi di aggregazione e attività che possano anche permettere di avvicinarsi alla tradizione