Il Rhum agricolo di Calabria è una novità assoluta che porta la firma della distilleria Caffo. Ma prima di arrivare a questo importante risultato c’è una storia che vi vogliamo raccontare. Comincia così: un signore di Bovalino, Renato Leobono, ha iniziato a coltivare da qualche anno la canna da zucchero, in via sperimentale, ed ha realizzato una piantagione un po’ più grande, per l’esattezza ad Ardore (Rc). Il signore in questione ha conosciuto la professoressa Mariateresa Russo, responsabile scientifico del Polo di innovazione agroalimentare Future Food Med che lo ha messo in contatto con Nuccio Caffo, dell’omonima distilleria, in quanto è l’unica a produrre acquaviti (soprattutto grappa) in tutta la regione Calabria.

Ne è seguito un periodo di prove di laboratorio. Nello scorso mese di aprile il raccolto è stato finalmente sufficiente per poter effettuare una prima distillazione in un impianto di distillazione discontinuo con caldaia tipo bagnomaria, ubicato presso l’antica distilleria di Limbadi. Vale giusto la pena ricordare che l’antica distilleria è il fulcro del Gruppo Caffo 1915, dove all’interno convivono start-up e aziende storiche che rappresentano circa 1000 anni di storie che si intrecciano tra loro e con una visione moderna e internazionale.

Tornando al Rhum agricolo di Calabria c’è da dire che siamo agli inizi, il prodotto ottenuto sarà sufficiente per poche centinaia di bottiglie. Caffo intanto è andato avanti e l’acquavite è stata analizzata anche dall’agenzia delle dogane che ha dato il via libera per la sua commercializzazione essendo un prodotto conforme ai requisiti di legge.

Il Rhum di Calabria viene classificato come “agricolo” in quanto viene distillato il fermentato del succo fresco di canna da zucchero (non il melasso), appena terminata la fase di fermentazione avvenuta sempre presso la distilleria Caffo.

In programma c’è di estendere la coltivazione di canna in modo da avere materie prime a sufficienza per poter incrementare la produzione ed anche per avere del prodotto che sarà invecchiato, in prospettiva di ottenere fra qualche anno una riserva.

Molto bella la grafica dell’etichetta che è stata realizzata in Calabria da un professionista calabrese, il creativo art director Manolito Cortese. Tutto dunque made in Calabria.

Nuccio Caffo ha sottolineato come la Calabria abbia potenzialità inespresse, anche in questo campo che lega l’agricoltura all’industria. Questo significa che in futuro si potrebbe pensare di creare, su terreni attualmente incolti, un’importante filiera della canna da zucchero per produrre oltre che acquaviti anche zucchero di canna italiano, come già avveniva fino al ‘700 a Vibo Marina. E su questo Caffo ha reperito precise informazioni storiche.

Un prototipo della prima bottiglia è stato portato alla Camera di Commercio di Vibo, dove sono stati presentati i risultati del Polo di Innovazione alimentare "Future Food Med". Presenti, nel corso di un importante convegno con Nuccio Caffo coordinato da Franco Laratta, gli assessori regionali Gallo e Varì, imprenditori agricoli e industriali calabresi, docenti ed esperti universitari. Le altre bottiglie del Rhum agricolo di Calabria saranno presto pronte.