Il giovane, per la malattia del papà, aveva lasciato la scuola per iniziare a lavorare. Era in sella alla sua moto quando, nell’agosto 2012, venne travolto e ucciso da un automobilista ubriaco
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Cassano all’Ionio intitola una via a Raffaele Sbarra, vittima a soli 21 anni di un drammatico incidente lungo la statale 106. La cerimonia si terrà il 18 agosto alle ore 19.30. La notizia è contenuta in una nota del gruppo Studio3A-Valore che parla di «un doveroso tributo verso un giovane “esemplare” che, nonostante i suoi soli 21 anni, si era già fatto ben volere e stimare da tutti e che, a causa della malattia del papà, aveva dovuto lasciare la scuola e andare a lavorare per portare a casa il pane, per i genitori e i fratelli più piccoli». L’iniziativa vuole essere anche un «monito per invocare il rispetto delle norme sulla circolazione stradale e strade più sicure, in particolare una, la famigerata Statale 106, di cui è stato una delle innumerevoli vittime».
La strada in ricordo di Raffaele Sbarra
Accogliendo la richiesta avanzata dall’Organizzazione di volontariato “Basta vittime sulla strada statale 106”, che da anni si batte per porre fine alla scia di sangue sulla “Strada della morte”, la Giunta comunale di Cassano all’Ionio, il paese dove risiedeva, con atto del 9 luglio 2022, ha deliberato di intitolare una strada comunale a Raffaele Sbarra, l’appena ventunenne vittima di un terribile schianto tra la sua moto e un’auto occorso appunto lungo la 106 nel territorio di Roseto Capo Spulico il 18 agosto 2012. Il tratto di strada intitolato al giovane si trova, in particolare, nella frazione di Sibari, presso la Bruscata Grande (località Millepini).
«L’incidente all’epoca – ricorda il comunicato - fece molto scalpore anche perché l’automobilista, un oggi 39enne di Amendolara, che lo aveva causato invadendo la corsia opposta dove sopraggiungeva l’incolpevole motociclista, era risultato ampiamente positivo all’alcoltest: guidava in stato di ebbrezza. I familiari di Raffaele, in testa la combattiva mamma Loredana Maritato, hanno dovuto sostenere una lunga e dura battaglia per rendere giustizia al loro ragazzo». Successivamente il Tribunale di Castrovillari decretò «la condanna a due anni di reclusione dell’automobilista, a cui è stata ascritta l’esclusiva responsabilità del sinistro, escludendo quindi qualsiasi eventuale concorso di colpa della vittima. Non solo. Mamma Loredana ha portato anche sui media la vicenda del figlio proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica, e i giovani in primis, al rispetto delle regole sulla strada intervenendo, tra le altre, nella nota trasmissione “TV7” di Rai 1, nella puntata del 14 febbraio 2020, e chiudendo con un appello che tutti dovrebbero fare proprio: “Quando vi mettete in macchina non pensate solo a voi stessi, pensate alla vita degli altri”».
Nel corso dell’iniziativa organizzata per l’intitolazione della strada a Raffaele Sbarra verrà anche nominato socio onorario dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” il maresciallo maggiore dei Carabinieri Guido Della Sala. Per la prima volta in Calabria un uomo delle Forze dell’ordine sarà insignito di questo riconoscimento per l’esemplare operato svolto nel corso del tragico sinistro stradale in cui perse la vita il giovane.
La strada della morte
«L’intitolazione di una strada a Raffaele Sbarra - spiega il Presidente dell’O.d.v. Basta Vittime, Leonardo Caligiuri - per noi, e credo per tutta la Calabria, ha un valore immenso. Essa infatti non costituisce solo il riconoscimento delle qualità umane e morali di questo ragazzo poco più che ventenne, ma già con la testa sulle spalle, che aveva messo da parte tutti i sogni e i divertimenti dell’età per sostenere la sua famiglia, ma anche e soprattutto l’ennesima, autorevole conferma dell’emergenza nazionale costituita dalla Statale 106, che è come se fosse una guerra, un conflitto, con il relativo prezzo da pagare in termini di vittime innocenti, di feriti anche gravi, di famiglie distrutte per sempre. Perché è vero, e il caso specifico ne è un esempio ancora più evidente, che gli incidenti accadono nella stragrande maggioranza delle circostanze per la (ir)responsabilità di quanti infrangono le regole, ma è altrettanto vero che le conseguenze di queste fatali violazioni vengono acuite all’ennesima potenza quando le strade presentano standard di sicurezza insufficienti e inadeguati, come la 106. L’iniziativa del Comune di Cassano allo Ionio, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata, rafforza ancora di più la voce che si leva alta da una vita da questa terra verso le istituzioni: si consideri la “Strada della Morte” una questione nazionale, e si intervenga. Anche per Raffaele e per tutte le altre decine e centinaia di croci che la costellano, perché il loro sacrificio non sia stato del tutto vano».
Alla cerimonia, oltre ovviamente a mamma Loredana, papà Antonio, al fratello Samuele, alla sorella Veronica e a tantissimi altri parenti, amici e conoscenti di Raffaele, e al Maresciallo Maggiore della Benemerita Arma dei Carabinieri Guido Della Sala, interverranno, come da locandina allegata, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano All’Ionio, Giuseppe Papasso, sindaco di Cassano All’Ionio, Leonardo Caligiuri, presidente dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, l’avvocato Dario Giannicola, presidente Nazionale di Assapli, e Luigi Cisonna per Studio3A-Valore S.p.A.