Il giornalista Pantaleone Sergi ricorda il nipote, regista televisivo di LaC, tragicamente scomparso in un incidente sul lavoro nell’aprile del 2021
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«Muore giovane chi è caro agli dei»: con questo verso di Menandro, ripreso da Giacomo Leopardi nel suo canto “Amore e morte”, Pantaleone Sergi ricorda Michele Porcelli, storico regista e operatore de LaC, scomparso tragicamente nell’aprile del 2021.
Michele sarà idealmente presente a Tropea, il 22 e il 23 luglio, per la due giorni “Link, Communication Meeting” nel ricordo del Presidente, dei Direttori, di tutti i giornalisti, gli operatori, le persone che lavorano ogni giorno nel gruppo Publiemme-Diemmecom-LaC Network: il galà di sabato 23 all’Anfiteatro del Porto con tanti protagonisti dell’informazione, della comunicazione e dello spettacolo sarà anche la sua festa e per questo sarà consegnato un riconoscimento alla sua memoria.
A riceverlo proprio Pantaleone Sergi, storico volto del giornalismo calabrese con un passato in politica e una passione per la narrativa e la storia, ma soprattutto in questa veste, amato zio di Michele Porcelli, fratello di sua madre, morta un anno prima della tragica scomparsa dell’operatore de LaC.
«Era un figlio unico Michele -racconta Sergi- con una mamma che lo controllava molto e con cui ha condiviso tanto, cresciuto in mezzo a tanto amore a Limbadi dove tutti lo conoscevano e lo apprezzavano per il suo cuore d’oro. Aveva tanti interessi, dalla tecnologia alla musica, che era la sua vera passione: componeva dei pezzi e suonava diversi strumenti a fiato e a corda che ha insegnato a tanti giovani del paese».
Il suo ricordo è ancora vivo nelle parole dello zio, ma anche dell’intera comunità che si è stretta nel ricordo di questo ragazzone pieno di vitalità e interessi, molto attivo nella vita sociale, generoso e sempre con il sorriso sulle labbra. Aveva iniziato a lavorare grazie ad un corso che la vecchia emittente Telespazio aveva organizzato per formare nuovi operatori, il suo maestro è stato uno che di televisione se ne intendeva: Emanuele Giacoia. Poi per avvicinarsi a casa e quella famiglia a cui era tanto legato si è traferito a Vuellesette a Lamezia e poi Rete Kalabria, antesignana della attuale LaC. Con il gruppo del Presidente Domenico Maduli ha quindi iniziato, crescendo nei corridoi della redazione di Vibo fino ad intravedere l’inizio di un nuovo corso con il passo sempre più nazionale che l’emittente ha intrapreso.
«La sua morte è stato un dolore per tutti - racconta commosso Pantaleone Sergi - ancora quando cammino per strada a Limbadi c’è gente che mi ferma per un ricordo di Michele: una ragazza che con lui ha iniziato a suonare la chitarra, il parroco a cui dava una mano se non funzionavano i microfoni in chiesa. Anch’io devo dirgli grazie per il suo aiuto durante la Summer School di giornalismo che organizzavo ogni anno nel mio paese: era lui che si occupava di tutto, dalla parte tecnica a quella organizzativa. Per qualsiasi problema: “chiamate Michele”, era il ritornello che sentivo più spesso ripetere».
Michele Porcelli e la sua famiglia (anche il padre era venuto a mancare negli anni precedenti) facevano anche tanta beneficenza: «Era tanto fiero del bambino che aveva adottato a distanza», rivela lo zio. Proprio per questo nel mese di agosto una parte dei suoi strumenti musicali sarà messa all’asta e con il ricavato si finanzierà una borsa di studio a suo nome; il resto della strumentazione è stato donato alla scuola media di Limbadi.
Un riconoscimento fortemente sentito quello di Tropea per un uomo che amava il suo lavoro e la televisione, ma soprattutto un membro amato della grande famiglia Publiemme – Diemmecome - LaC Network.
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