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All’intervento del Rettore è seguito quello del presidente del consiglio degli studenti Domenico Tulino. Poi ha preso la parola Bashar Swaid, rappresentante della comunità degli studenti internazionali. Il giovane, sfuggito al dramma di Aleppo, con la voce visibilmente emozionata ha raccontato la sua esperienza.
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«Più di tre anni fa ho dovuto lasciare Aleppo, una delle città più antiche e belle del mondo, la mia città di origine, ma volevo proseguire la mia attività scientifica e ho fatto domanda all’Unical alla ricerca di una nuova possibilità. Aleppo – ha aggiunto – la conoscete forse per le immagini televisive di questi ultimi mesi ma non mi basterebbe una giornata per raccontarvi la sua bellezza e il valore che quei luoghi hanno per me, la mia famiglia e il mio popolo. Non è stato facile venire fin qui ma non dimenticherò mai gli sforzi enormi fatti per me dall’Ufficio Internazionale e dal Centro Residenziale di questo Ateneo per facilitare le procedure legate al mio arrivo. Io ce l’ho fatta insieme a mia moglie Hadya, anche lei studentessa, e a Luna e Ahmad, i nostri due straordinari bambini. A distanza di tre anni dall’avvio di questo percorso – ha concluso lo studente siriano – guardo alla possibilità di tornare ad Aleppo, per contribuire alla ricostruzione di ciò che è stato distrutto dalla guerra e per cominciare la seconda fase di questo cammino, che potrebbe non finire. E quando sarò sulla collina di Aleppo guarderò a nord ovest, verso la Calabria, dove avrò speso parte della mia vita e della mia famiglia, guardando ad un paese amico e generoso, che porterò sempre nel cuore».