Un regalo per tutti i ragazzi calabresi appassionati di cucina, un meraviglioso gesto di due genitori, Arturo e Graziella Pratticò, che hanno perso drammaticamente la figlia e il nipote in un incidente stradale. Nasce così a Bianco, nel cuore della Locride, la scuola di cucina “Uno chef per Elena e Pietro”, un’iniziativa resa possibile grazie all'investimento di quanto riconosciuto dall’assicurazione a seguito del tragico evento

La scuola, totalmente gratuita per i partecipanti, si è posta fin da subito lo scopo di dare un futuro migliore ai ragazzi del territorio, così da poter ambire a fare della propria passione un lavoro. 

Nata nel 2019, è però costretta quest’anno a fermarsi a seguito delle difficoltà legate alla recente scomparsa di Arturo Pratticò e della mancanza di fondi per far fronte agli ingenti costi e alle spese necessarie per le attività didattiche, come quelli delle materie prime di alta qualità e quelli legati alle spese di viaggio e soggiorno per gli chef provenienti da tutta Italia e che, nella maggior parte dei casi, forniscono a titolo gratuito le loro competenze ai corsisti. 

«Avevamo avuto promesse di borse di studio e finanziamenti che in realtà non sono arrivati e quindi abbiamo deciso di fermarci, di prenderci una pausa per provare a rafforzare l’aspetto economico e strutturale della scuola e riaprire i battenti il prima possibile.

C’è grande rammarico anche perché avevamo già fatto la selezione e individuato 8 tra ragazzi e ragazze e contavamo di partire il 24 di ottobre», queste le parole del direttore scientifico della scuola, Silvio Greco, ai nostri microfoni.

Dalla teoria (con una importante libreria messa a disposizione degli allievi) alla pratica gomito a gomito con esperti chef; dalle visite alle aziende e gli stage garantiti all’interno del corso alle assunzioni presso importanti realtà nazionali e internazionali del mondo della cucina. Una scuola di elevata formazione che si fonda sui concetti dell’Università di Scienze Gastronomiche, il professor Silvio Greco è infatti docente presso l’Università di Pollenzo, oltre che dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

«Abbiamo tolto dalla strada un sacco di ragazzi e abbiamo dato loro la possibilità di avere un’opportunità per crescere e portare in giro per l’Italia la tradizione e la cultura gastronomica della Calabria - spiega il professor Greco - Tutti i nostri ragazzi hanno trovato lavoro ancor prima di concludere il corso.

Per la nostra regione è un biglietto da visita straordinario, siamo stati ospiti dei vari Eataly in tutta Italia, siamo stati a Casa Sanremo, siamo stati invitati dall’ambasciata di Hannover in Germania, abbiamo cucinato in congressi internazionali. 

Ecco, far chiudere una realtà come questa è la dimostrazione che noi, le cose belle, nella nostra regione, non vogliamo farle. Chiaramente sono arrabbiato perché era qualcosa che dava davvero lustro alla regione. 

Nel mondo, fino a due anni fa, c’erano solo due scuole di questo tipo: la nostra in Calabria e una in Perù che ha chiuso.

L’equivalente di una scuola di questo tipo in Italia costa ai ragazzi che riescono ad accedervi una somma intorno ai 19 mila euro». 

Uno stop che ha inevitabilmente smorzato l’entusiasmo del professor Greco e di quanti, tra docenti e chef, prendono parte al funzionamento della scuola, ma che non ha intaccato la voglia di continuare un percorso iniziato solo qualche anno fa.

«Io continuerò a lottare nella speranza di poter riaprire - conclude Greco - la vita mi ha dato tanto e ne sono grato, perciò sento di dover restituire quanto la vita mi ha dato e mi piacerebbe continuare a farlo con questa scuola».