Piattaforme di atterraggio circolari alla Blade Runner, torri ed edifici che sfidano qualunque ipotetico piano urbanistico, cattedrali a chiocciola che si arrampicano verso il cielo come la Sagrada Familia, isole e faraglioni che nella realtà non esistono e una spiaggia che nessun essere umano ha mai segnato con le sue impronte. La Tropea che appare per un brevissimo momento nel promo dell’ultimo film zeppo di supereroi della Marvel non la riconoscerebbero neppure Ercole o Scipione l’Africano, i quali, a seconda della leggenda di riferimento, sarebbero i fondatori della città.

La computer grafica ha completamente stravolto l’immagine di Tropea, tra i set dell’ultimo film della Marvel, sequel di Captain Marvel, atteso nelle sale italiane dall’8 novembre, il cui trailer è stato rilasciato negli ultimi giorni.

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Ma va bene così. L’entusiasmo del sindaco Giovanni Macrì, che oggi ha accolto con eccitazione l’anteprima del film, è comunque giustificato. Mica è da tutti vedere il proprio cielo solcato da fisicati in calzamaglia. Magari, però, un po’ di enfasi in meno sul «patrimonio identitario e distintivo della nostra destinazione turistica» non guasterebbe, giusto per non apparire provinciali rispetto a una produzione internazionale che, legittimamente, se ne frega di promuovere singoli luoghi ma si concentra su mantelli svolazzanti e incassi al boxoffice. E va giù pesante con la computer grafica, restituendoci, almeno nel trailer, una Tropea che non esiste e nessun turista riconoscerà mai.

Non resta che aspettare il film per vedere cosa è rimasto di autentico della Perla del Tirreno. Ma anche se non ci dovesse essere nulla di riconoscibile, va bene così. Va bene “anche” così.