La Sapienza di Roma è la prima tra le Università italiane a trovare posto nella classifica internazionale stilata dal Center for World University Rankings (Cwur) confermando la 113esima posizione mondiale e la 37esima (guadagnando un posto) a livello europeo. Un riconoscimento, quello per l’Ateneo della capitale, che arriva dopo la conferma de “La Sapienza” quale leader mondiale negli studi classici nella classifica Qs.

Il vertice della graduatoria 2022/2023 Cwur parla invece statunitense con le prime tre posizioni occupate nell’ordine dall’Università di Harvard (100 punti), dal Mit di Boston (96,7) e dalla Stanford University (95,1).

La classifica è stata elaborata attraverso l’analisi dei dati relativi a 19.788 Atenei di tutto il mondo, e basata su quattro parametri: qualità dell’istruzione, occupabilità, qualità della facoltà e ricerca delle università di tutto il mondo. Da questa prima scrematura è venuta fuori la lista “Global 2000” che comprende istituzioni universitarie di 96 paesi. E se “La Sapienza” è la prima delle italiane, l’ultimo Ateneo del bel Paese nella lista “Global 2000” neanche a dirlo è l’Università Mediterranea degli studi di Reggio Calabria, che occupa la 1.883esima posizione.

La performance italiana

C’è insomma tanta Calabria in questo testa coda universitario. «Il primato italiano di Sapienza è una conferma prestigiosa e significativa, ottenuta in un ranking elaborato sulla base di solidi criteri oggettivi», spiega la rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni (il cui cognome tradisce le origini della costa jonica reggina). «Anche in questo ambito, come già in altre classifiche internazionali, sia generali sia specifiche per singole discipline, l’ateneo migliora le valutazioni nei principali indicatori considerati: un riconoscimento dell’eccellenza e del lavoro tutta la nostra comunità».

E se l’Ateneo capitolino si colloca al 113° posto, per trovare la seconda istituzione universitaria italiana bisogna scendere al 170° con Padova, e poi al 179° con Milano a completare il podio tricolore. Dopo il quarto posto dell’università di Bologna, al quinto si colloca l’Università di Torino, al sesto la Federico II di Napoli, al settimo l’Università di Firenze. Segue all’ottavo Pisa, poi Genova e al decimo posto Pavia.

Gli Atenei Calabresi

Se si volesse stilare una classifica nella classifica per una valutazione degli atenei calabresi allora troveremo l’Unical al 693° posto con 72,4 punti (37esima nel ranking nazionale e 657esima nella speciale classifica relativa alla Ricerca). L’Università Magna Graecia di Catanzaro si piazza invece alla posizione numero 1.209 con 69,1 punti (51esima nel ranking nazionale e al 1.153esimo posto per la Ricerca). Ultima delle calabresi nella speciale lista “Global 2000” è l’Università Mediterranea degli studi di Reggio Calabria con 66,2 punti (66esima nel ranking nazionale e alla casella 1.806 nella classifica della Ricerca). Certamente sulla valutazione della Mediterranea non ha pesato l’ultimo scandalo scaturito dall’inchiesta “Magnifica”, che ha creato e continuerà a creare un danno d’immagine per il momento non calcolabile. Ciò che pare chiaro è che nelle varie classifiche a pesare, e non poco, è la Ricerca e gli atenei calabresi – per i quali mancano le indicazioni relativi ai parametri della qualità dell’istruzione, occupabilità e qualità della facoltà - non sembrano proprio brillare.

Tra gli Atenei del Mezzogiorno la prima a classificarsi nella graduatoria Cwur è l’Università di Bari, poi, prima dell’Unical che si è piazzata al quarto posto, ci sono quelle di Catania e Palermo. L’università di Messina è invece la sesta tra quelle del Mezzogiorno occupando l’810ma posizione del ranking mondiale.