Dopo il successo della libreria libera, l’ardua impresa di far rinascere il centro storico: «Il paese si sta svuotando. E mentre qui si svende tutto, a Milano comprare un appartamento costa sempre di più»
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Quando l’artista Giuseppe Caruso è rientrato a Petilia Policastro (Crotone) con la moglie Manuela, docente di inglese, aveva un sogno: realizzare una libreria libera, aperta a tutti, dove chiunque potesse portare uno o più libri e prendere quelli preferiti.
A tale scopo ha recuperato un vecchio immobile, con l'obiettivo di farne un’ officina culturale. Da allora il centro storico ha ripreso a vivere e da tutti Italia sono arrivati migliaia di libri in omaggio, in tanti, soprattutto bambini e scolaresche hanno apprezzato tanto l’iniziativa. Non solo, ma Giuseppe ha riempito di murales, luce e di colori le stradine semi deserte del piccolo centro dell’alto crotonese. Lui è un artista conosciuto in diversi paesi europei, soprattutto in Inghilterra. Dopo anni in giro per il mondo è tornato in Calabria per aiutare la sua terra, soprattutto il suo paese.
Giuseppe è rientrato in questi giorni dal suo nuovo viaggio in Inghilterra. E ha manifestato alcune considerazioni : «Non posso morire povero e in un piccolo paese. Il mio paese lentamente si sta svuotando. Tutti i piccoli paesi si stanno svuotando. Ma nel Sud d'Italia è ancora più evidente».
E a questo punto ha lanciato una provocazione. Forse un progetto vero.
«Qui si svende tutto, mentre nelle grandi città i prezzi salgono sempre di più. Pensa ai costi di una casa. Una casa al mio paese la regalano, un piccolo appartamento a Milano costa più di 300mila euro. L'arte non si può svendere. L'arte potrebbe risollevare le sorti di qualche paese».
Partendo dalla sua ultima esperienza a Londra il maestro Caruso ha immaginato una piccola grande rivoluzione. Ma chissà se sarà realizzabile in Calabria!
«Ci stiamo provando. Non siamo da soli in questo viaggio. C'è altra gente che ha a cuore il propio paese. Che fa cose semplici ma belle. Al momento ci siamo 'uniti’. Vedremo un pò».
Tutto quello che Caruso ha fatto a Petilia in questi ultimi anni gli ha dato una grande popolarità sui social e sulla stampa regionale e nazionale. A lui che ha ridato un’anima ad un piccolo borgo. Anche se questo ancora non gli basta. Così ora parla di quella che lui stesso definisce ‘una nuova follia’.
«Mi conoscono per le storie che racconto, per i murales, alcuni sono stati citati su riviste importanti, conoscono Manuela per la libreria. Ci stiamo divertendo, lavorando tanto con i nostri ragazzi. Perché il mio paese è propria là dove passano le nuvole più belle. Noi amiamo il nostro paese».
Ma la ‘follia’? Davvero Caruso intende Vendere una sua opera inedita a 120 mila euro? Lui che non ho mai venduto nulla delle sue opere, preferendo regalarle. O renderle fruibile nella sua Petilia. Ci crede davvero in questa follia? E per fare cosa?
«In realtà no, o forse sì! O forse è una pura provocazione. Non possiamo svendere tutto. A volte sembriamo come dei polli fermi a guardare. Mentre la gente parte e i paesi si svuotano».
Giuseppe è sempre più convinto che nella nostra regione si potrebbe stare tutti bene. Ma intanto in troppi partono. E qui si vende tutto, e tutti quelli che possono cambiano vita altrove. Così fra pochi decenni la nostra sarà solo una terra per vecchi!
«Lo so ed è molto triste. Così mi sveglio di primo mattino e grido al mondo quanto è bello abitare un piccolo paese».
Follia o provocazione, Caruso è davvero convinto che con l’Arte si possano rivitalizzare i piccoli paesi. L’arte la vede come una medicina.
«Nel mio vicoletto nell'anno scorso saranno passati più di 1000 tra visitatori e bambini. Eppure abito in un paese alle falde della Sila, Petilia Policastro. La gente arriva, è incuriosita poi si ferma a parlare. L'arte è una medicina miracolosa».
Caruso è sembrato folle sin dall’inizio della sua avventura nell’Alto Crotonese, dove si sta muovendo qualcosa in un mare di desolazione. Ora l’artista Caruso annuncia di voler vendere una sua opera a 120 mila euro. Intende così sistemare le casette abbandonate delle quali può disporre.
«Non posso morire povero. Io sono di un altro pianeta».
Realtà o provocazione l’idea potrebbe funzionare. Sarà una nuova follia dell’ irrefrenabile e imprevedibile maestro Caruso. «Proviamo a crederci tutti. Anche perché lui finge di non crederci, ma in realtà lo vuole fermamente. Spera di trovare le risorse per ristrutturare vecchi e caratteristici immobili, e di metterli a disposizione di chi vuole venire a Petilia. Tra storia, arte, antiche tradizioni».