Luigi Giffone è un architetto, ha vissuto e svolto la sua professione all'estero prima di decidere di ritornare a Tropea (VV) e di vivere i suoi ultimi anni nella città natale di suo padre Orazio. È nato e vissuto fino a vent'anni a Polistena (RC), nella villa dei nonni materni. I mesi estivi li trascorreva però a Tropea, e proprio qui all'età di tre anni ha vissuto un'esperienza che l’ha segnato. Qualche tempo prima era venuto a mancare il suo fratellino e i genitori tentavano di proteggerlo in ogni modo, per paura che gli capitasse qualcosa. Si trovavano in uno stabilimento balneare quando il medico Coccia, amico di suo padre, vedendo Luigi con una carnagione troppo bianca e sin troppo protetto dai suoi genitori, lo prese e lo gettò in mare. Il padre subito si tuffò per recuperarlo, ma prima ancora che accadesse Luigi ricorda di aver vissuto un’esperienza bellissima: non provava alcuna paura ad essere immerso in quell’acqua così chiara e dal colore verde smeraldo. Da qui nasce il suo forte legame con il mare e con Tropea. La sua storia raccontata nell'ultima puntata di LaC Storie, il format curato da Saverio Caracciolo.

Prima di terminare gli studi universitari, Luigi conobbe un industriale americano, che guardando i suoi disegni lo invitò in America per progettare una casa museo poiché era un collezionista di utensili preistorici e in più stava scrivendo un libro e aveva bisogno anche di illustrazioni. Il libro, poi, non è stato mai stampato però è diventato uno script cinematografico e alcuni schizzi di Luigi sono serviti per la realizzazione del film "2001: Odissea nello spazio" prodotto da Stanley Kubrick. In America ha avuto la fortuna di frequentare due grandi architetti, Frank Lloyd Wright e Ludwig Mies van der Rohe. Molti suoi lavori sono stati pubblicati in diverse riviste internazionali del settore e nonostante la sua età ancora oggi in tanti gli chiedono consigli e non sono mancati i suoi interventi su opere tropeane, per ultimo la piazza Vittorio Veneto di Tropea.

Su Tropea ha una brutta visione futuristica: «Purtroppo c'è un triste precedente che quello di Venezia, praticamente non è più Venezia dei Veneziani, una città invasa dai turisti e i veneziani sono scappati via, e qualsiasi città che diventa schiava del turismo, perde la sua vera natura. Se a Tropea trasformano tutte le case in B&B c’è il rischio che diventi come Venezia, in più si dovrebbe riprogettare la rete fognaria, in quanto quella attuale non riesce a sopportare una capienza così elevata di turisti e quindi iniziando a perdere l’acido della fogna si mangia la roccia e Tropea arriverebbe a livello del mare e non più sulla roccia».

Luigi Giffone considera l'architettura come una forma vicina alla creazione, in quanto si aggiunge un tocco umano alla natura. Nel 1980 ha conosciuto Jenny, la sua seconda moglie: morta nel 2008, ha lasciato un grande vuoto nella sua vita, avendogli regalato il vero senso del vivere dopo il fallimento del suo primo matrimonio. Oggi Luigi vive in un appartamento, che forse una volta era una chiesa: al suo interno ci sono i resti di due colonne e, se gli studi in corso lo dovessero confermare, si tratterebbe della Chiesa Santa Maria de Latinis consacrata addirittura da Papa VII. Il suo ultimo sogno è quello di morire nel suo appartamento, seduto sulla poltrona con la sua vista sul Santuario di Santa Maria dell'Isola di Tropea. 

Ultimamente, da un’idea del club dell’Unesco di Tropea con il suo Presidente Giuseppe Maria Romano, è stato pubblicato un libro sulla vita dell’architetto “Luigi Giffone racconta Luigi Giffone", a cura di Maria Ludovica Lai e Carlo Sanseverino, edito da Mediano Editore e patrocinato dal Comune di Tropea.