In piazza per dignità e per il diritto allo studio. Ufficialmente è stato questo lo spirito che ha animato la comunità di Longobucco a scendere in piazza. Il crollo di quel ponte sulla statale 177dir, la cosiddetta “Sila Mare” ha aperto uno squarcio nella vita dei longobucchesi, per i quali quella “semplice” strada vuol dire tutto. Vuol dire poter andare a scuola nei comuni rivieraschi in tempi “europei”, vuol dire raggiungere il primo ospedale utile - il Giannettasio di Corigliano Rossano - entro la “golden hour”, vuol dire libertà e diritto alla mobilità. Anche per questo l’Asp di Cosenza ha predisposto un servizio volontario con la presenza di un’ambulanza attrezzata e un’auto medica nella piazza centrale, all'ombra del celebre campanile.

Quel crollo, insomma, grava come un macigno tra capo e collo dei longobucchesi ed innesca tutta una serie di conseguenze immaginabili. Come l’ipotesi - già paventata - di accorpamento a Mirto, Cariati o Corigliano Rossano dell’Istituto professionale industria e artigianato. 

Con quel pezzo di Sila Mare che non c’è più Longobucco torna al passato: un’ora più che abbondante per raggiungere Rossano, poco meno Mirto, il tutto lungo un serpentone di tornanti peggio del passo del Pordoi.

La Sila Mare ha iniziato ad essere pensata già cinquant’anni addietro. Mai conclusa, peraltro da Caloveto a Mirto è ancora tutta da finire. La storia della 177dir potrebbe stare con dignità da re tra peggiori pagine della storia delle infrastrutture italiane. L’obiettivo di quell’arteria che si snoda lungo il greto del fiume Trionto era quello, a quei tempi, di contenere lo spopolamento ed incentivare turismo ed investimenti in Sila. Questo cinquant’anni fa. Oggi sembra quasi anacronistico dopo la diaspora dei longobucchesi in giro per il mondo.

Alla manifestazione di piazza non c’era il sindaco, Giovanni Pirillo, impegnato con la delegazione Anas, dopo il summit con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ed il gotha calabrese della Lega. «Abbiamo effettuato dei sopralluoghi con i tecnici di Anas – racconta il sindaco Giovanni Pirillo – che hanno registrato tutte le criticità del tratto a monte del crollo e quello a valle. L’obiettivo primario adesso è mettere in sicurezza il tratto per poi ripristinare. I tempi? Nulla di certo, mi faranno sapere fra qualche giorno come si svilupperà il cronoprogramma. La strada ovviamente resta chiusa».

A Longobucco si auspicano che quella con il “Capitano” non rimanga solo una gita romana e che al Mit si siano finalmente accorti degli immani problemi che gravano su questa landa di terra