L’associazione “Teniamoci per mano”, che ha sede a Praia a Mare, continuerà a garantire gli aiuti alle famiglie indigenti, nonostante i problemi che stanno interessando la sede centrale provinciale del Banco Alimentare di Montalto Uffugo, sfrattata per cause che riguardano unicamente i proprietari dei locali. Lo assicura ai nostri microfoni Franca Parise, che con la sua onlus gestisce l’emporio solidale e serve mensilmente 112 famiglie del territorio.

La colletta alimentare

Attualmente, gli scaffali dell’emporio sono quasi vuoti e offrire gli aiuti alle persone più bisognose sta diventando difficile. Ma i volontari si stanno rimboccando le maniche e stanno pensando a soluzioni alternative. «Ci siamo mossi immediatamente – dice la presidente – a parte i primi giorni, che ci sono serviti per prendere consapevolezza di ciò che stava accadendo e capire bene la situazione. Abbiamo ancora delle riserve. Magari qualcuno non viene perché pensa che il banco è sospeso. Diciamolo: il banco alimentare non è sospeso. Noi continuiamo a sostenere le famiglie che sono iscritti alla nostra associazione». Così, per ovviare al problema, la presidente Parise e i suoi collaboratori hanno pensato a un’iniziativa che coinvolgerà tutti i cittadini. «Abbiamo pensato di fare una piccola colletta alimentare, sabato 1° febbraio. La Conad City di Praia a Mare ci ha già autorizzato, ci ha già dato totale piena disponibilità. Contatteremo anche un altro supermercato. Faremo una giornata di colletta e credo che in questo modo, raccogliendo gli alimenti primari, biscotti, latte per bambini, pelati, ossia gli alimenti di prima necessità, dovremmo arrivare tranquillamente a fine aprile».

La nuova sede del Banco Alimentare

La colletta alimentare dovrebbe servire a superare la sospensione del servizio del Banco Alimentare di Montalto Uffugo. Salvo imprevisti, la ripresa delle attività in una nuova sede dovrebbe avvenire in tempi ragionevoli. «Credo che ci vorrà fine marzo o aprile. Prima non sarà possibile. C’è un dei tir carico di roba da trasferire e ci sono le celle frigorifere. Insomma - conclude Parise -, c’è un gran lavoro da fare che richiede i propri tempi».