Il Banco Alimentare è stato sfrattato dalla sede di Montalto Uffugo, vastissimo centro di distribuzione su tutta la provincia di Cosenza, e ora migliaia di persone in difficoltà economiche e sociali rischiano l'emarginazione e l'isolamento. La notizia ha suscitato scalpore e sgomento e le conseguenze potrebbero essere incalcolabili. Nessuna delle 244 strutture solidali accreditate operanti sul territorio, dipendenti dalla sede di Montalto Uffugo, ha potuto fare rifornimento di alimenti per il nuovo anno e gli scaffali sono già vuoti, mentre alla porta, ogni giorno, continuano a bussare persone in difficoltà in cerca di qualcosa da mangiare.

Lo sfratto

Il 2 dicembre scorso è scaduto il contratto di locazione delle stanze gestite dalla Fondazione Banco Alimentare Ets a Montalto Uffugo. Il contratto avrebbe dovuto essere rinnovato ma, nel frattempo, i nuovi proprietari dell'immobile, aggiudicatari tramite asta giudiziaria, hanno invece chiesto gli affittuari di lasciare le stanze immediatamente. I responsabili del servizio di banco alimentare si sono messi subito all'opera per cercare una nuova sede, ma sui tempi del trasloco non c'è alcuna garanzia. Intanto, gli empori solidali di chiese e associazioni si svuotano. «Soltanto nella nostra sede - ci spiega Franca Parise, presidente della onlus "Teniamoci per Mano" - serviamo 112 famiglie, numeri che vanno moltiplicati per tre o quattro componenti del nucleo». Sono cifre enormi, se si pensa che Praia a Mare è un paese di poco più di cinquemila abitanti e di sedi del Banco Alimentare ne ospita due. L'altra è gestita da don Ennio Stamile, da qualche tempo alla guida della Parrocchia San Paolo Apostolo. «Le nostre due realtà dipendono dalla sede di Montalto Uffugo - aggiunge Parise - e in questo periodo siamo fermi, con i magazzini mezzi vuoti, perché non abbiamo potuto fare il nuovo carico di gennaio, non ci è stato concesso di andare a ritirare la merce».

Incertezza sui tempi

I responsabili della sede di Montalto Uffugo sono già corsi ai ripari, cercando una nuova sede disponibile, ma tra il dire e il fare ci sono in mezzo tante difficoltà. «Trasferire un banco alimentare non è cosa facile - ci spiega ancora Franca Parise -. Ci sono le celle frigorifere, ci sono gli uffici e poi ci sono i tir carichi di roba, fermi e chiusi nei locali». Con il rischio che qualche alimento arrivi a scadenza e non sia più utilizzabile. «Insomma - conclude -, non credo che si tornerà alla normalità in tempi brevi».