L’epidemia della lingua blu colpisce anche la Locride. A quanto si apprende un focolaio di “bluetongue” è stato accertato in un allevamento all’interno del territorio di Ferruzzano, nel Basso Ionio reggino. Sale dunque la preoccupazione per la febbre catarrale degli ovini, una malattia virale trasmessa da insetti vettori che colpisce ruminanti domestici e selvatici come pecore, capre, bovini e cervidi e che viene trasmessa agli animali tramite le punture di alcuni moscerini.

Il periodo tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno è quello più critico per la malattia in quanto i moscerini che la diffondono si replicano in gran quantità. Gli ultimi dati sulla diffusione della febbre, non pericolosa per l’uomo, stanno smuovendo le istituzioni e gli addetti al settore in tutta Italia. In Calabria nei giorni scorsi sono stati Coldiretti, Copagri, Confagricoltura e Cia a chiedere interventi all’assessore all’agricoltura regionale Gianluca Gallo per fronteggiare l’emergenza e risarcire in tempi brevissimi gli allevatori danneggiati dal virus.

«Non è possibile, stante l’esperienza e le conoscenze acquisite, che ci si ritrovi per l'ennesima volta a rincorrere soluzioni dell’ultima ora su questioni che andrebbero affrontate in anticipo e in maniera preventiva» evidenziano i massimi rappresentanti delle associazioni agricole, nell'esprimere preoccupazione per la crescita dei contagi. Si chiede al commissario regionale alla Sanità di mettere in atto tutte le strategie possibili per intervenire negli allevamenti colpiti dalla blue tongue e bloccare la diffusione del virus e si ribadisce l'esigenza di garantire preventivamente e con immediatezza  (utilizzando tutti gli strumenti disponibili, a partire dai repellenti antiparassitari e dalla disinfestazione periodica, per eliminare gli insetti vettori in tutti gli allevamenti) al fine di bloccare l’insorgere di ulteriori focolai e la diffusione di nuovi contagi nelle aziende zootecniche.

A questo si aggiunge la richiesta di intervenire con celerità con un piano di ristori per le aziende colpite, a partire dalla copertura dei costi di smaltimento delle carcasse. «Diventa necessario – ribadiscono i vertici regionali - che le istituzioni regionali, a partire dall’assessorato all’Agricoltura, si attivino affinché si programmi nell’immediato lo stanziamento di tutte le risorse economiche necessarie al rimborso dei danni subiti dagli allevatori, utilizzando i parametri previsti nelle tabelle Ismea. In ultimo, ad epidemia debellata, vi è la necessità di intervenire finanziariamente per ristabilire il potenziale zootecnico delle aziende duramente colpiti dalla prolungata siccità e dai problemi endemici del comparto».