Pochi ricordi sono eterni come quello della vittoria dell'Italia al mondiale 2006. Anche Andra quella sera ha esultato, pochi istanti dopo la sua vita è cambiata per sempre. La sua storia raccontata nell'ultima puntata di Primi piani
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Il rigore di Grosso e la coppa rivolta al cielo sopra Berlino nelle mani di capitan Cannavaro. Pochi ricordi sono eterni come quello legato alla vittoria mondiale del 2006. Anche Andra quella sera ha esultato per il sogno azzurro. Pochi istanti prima che la sua vita cambiasse, per sempre. Di ritorno dai festeggiamenti, a bordo del suo cinquantino, Andra 17 anni appena, è a qualche centinaio di metri da casa. Poi un trambusto e si ritrova sull’asfalto. La sua gamba sinistra è gonfia e piena di sangue.
I sanitari dell’ospedale di Vibo fanno di tutto per salvarle l’arto, ma la decisione che sconvolgerà la sua vita, la prendono i medici dell’ospedale di Legnano, dove l’adolescente viene nel frattempo trasferita. Il giorno più lungo, la sua gamba non c’è più. Andra è disperata, piange non accetta la sorte. Si chiude per anni in un silenzio sordo. Si sente come quei fenomeni da baraccone, disprezzata da tutti.
È il padre a scuotere la sua vitalità: le consiglia di iscriversi ad corso in palestra. La ragazza ritrova così un senso di riconciliazione con il mondo. Mostrarsi per come è, però, è ancora troppo. Ma va avanti. Conclude i suoi studi e si iscrive all’Università. Prima di partire però un’infezione al moncone la costringe a rinunciare alla trasferta in un ateneo del nord. Decide così proseguire la sua carriera universitaria in Calabria. Passa poco tempo ed un’altra diagnosi le cambia i progetti di vita: le viene diagnosticata l’osteomielite, è necessaria un’altra amputazione. Come se la vita non le avesse già riservato amare sorprese, Andra deve dire addio al padre, che dopo una lunga battaglia contro una malattia, si spegne proprio il giorno di Natale. Decisa a non piegarsi alle avversità, continua i suoi studi. Un medico ortopedico le consiglia un centro protesi in Sicilia.
Quell’arto bionico che le realizzano sui misura diventerà molto di più di un semplice strumento biomedico: «È diventato il mio scudo contro l’ignoranza altrui – confessa Andra - contro chi ancora mi dice poverina: poverina un corno, io sono forte, determinata e fiera di quello che ho affrontato e vinto». Nel finale di puntata, non ha paura di guardare in faccia il 2023 e scrive una lettera a chi come lei attraversa momenti di sconforto: «Siate protagonisti della vostra vita, mai spettatori: è una ed è bellissimo».
Dove e come è possibile trovare la forza per caricare tutto il peso della sofferenza su una gamba sola? La straordinaria rinascita di una splendida donna che oggi scrive una lettera al suo destino, al nuovo anno. Al futuro di certo più sorridente del suo passato.