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Presidente, da oltre due anni ha scelto di investire nel settore televisivo e LaC è diventato un importante tassello del sistema mediatico calabrese. In un momento particolarmente delicato per questo mercato e in questo settore qual è il bilancio?
Il settore della comunicazione vive di due grandi entità: quella globale, che offre grandi opportunità ma che vive anch’essa una profonda crisi e quella regionale, di cui nessuno si occupa ma di grande vitalità soprattutto grazie alle opportunità offerte dal web. Il digitale, infatti, sebbene abbia dato l’opportunità a tante esperienze dal basso di nascere, ha creato una maggiore frammentazione con un tangibile abbassamento dell’offerta qualitativa. Per noi, invece, tutto ciò ha costituito uno stimolo: abbiamo tenuto fermi gli obiettivi qualitativi e ci siamo dati un progetto di medio e lungo termine per creare un nuovo modo di fare informazione e comunicazione, partendo dai territori ma usando linguaggi e strumenti nuovi, che raccontino la nostra terra senza replicare per forza modelli nazionali. I due anni passati sono stati difficili ma ricchi di soddisfazione: ci hanno permesso di allargare la visione del nostro mercato, di contaminarci e di portare le nostre esperienze in un contesto complesso ma assolutamente stimolante. È una nuova sfida che abbiamo raccolto con tanto impegno, ci siamo messi in gioco e il bilancio per noi è certamente positivo.
Presidente sono in molti quelli che guardano positivamente all'esperienza di LaC. La nostra azienda ha puntato molto sulla convergenza tra il web e il settore televisivo, esperienza unica nella nostra regione. Come ha sviluppato questo progetto e cosa ci prospetta il futuro?
La nostra è stata un’esperienza estremamente innovativa perché non abbiamo inteso replicare realtà già esistenti di televisione nazionale o regionale. Abbiamo sin da subito lavorato ad un progetto diverso, che contaminasse l’informazione con il linguaggio del web e che uniformasse tutte le anime del gruppo editoriale: la televisione, la testata web, il reparto marketing, hanno iniziato a lavorare come un unico network. Abbiamo superato la vecchia emittenza televisiva per integrare in maniera intelligente un sistema di media digitali a supporto, composto di app per smartphone, nuove interfacce per i nostri siti, verso una nuova struttura dell’informazione. Abbiamo introdotto ad esempio edizioni più rapide dei nostri tg, adatte ai nuovi linguaggi e pensato a prodotti esclusivi per i social media del nostro gruppo, che adesso raggiungono ogni mese una media di circa due milioni di persone e che mostrano trend decisamente positivi.
In un settore complicato che si misura con l’innovazione, la chiave del successo dell'esperimento LaC è rappresentata dalla capacità di selezionare una buona squadra. A due anni da questa sfida, si sente quindi soddisfatto del lavoro svolto?
Un imprenditore, per definizione, non è mai soddisfatto. C’è però la consapevolezza di aver raggiunto risultati notevoli: nel mio modello di impresa, nella mia idea di industria dell’informazione, ho puntato molto sulle persone, ho lavorato tanto con loro e su di loro. Il mio impegno è stato quello di costruire una squadra di qualità, inserendo anche collaborazioni con figure altamente specializzate su settori che vanno oltre quelle classiche dell’editoria e della televisione. Abbiamo puntato su content manager, creativi, autori e giovani di qualità, li abbiamo coinvolti nei processi aziendali creando una contaminazione positiva per l’azienda, dando spazio e opportunità anche a figure che in questa terra non trovano facilmente spazio e lavoro. Investendo sulle persone, abbiamo creato una squadra che sta crescendo e che si sta perfezionando, ma che in questo 2016 ha dato già importanti soddisfazioni, e che ci fa ben sperare per il nuovo anno.
Presidente lei ha parlato di una Calabria difficile, che tenta di superare alcuni stereotipi. Pensa che per la Calabria e dalla Calabria possa nascere un nuovo modello di comunicazione che potrebbe fare scuola a livello nazionale?
Penso di si. Il modello che abbiamo varato rende protagonista e cerca di interpretare gli umori e le emozioni dei calabresi, i quali hanno voglia di parlare, di avere un microfono in mano. Noi abbiamo l’ambizione di porgere i nostri microfoni e i nostri canali di comunicazione ai calabresi, interpretando e dando voce a quel sussulto che si prefigga l’obiettivo di superare le anomalie e i pessimismi tipici della nostra terra. Dobbiamo smetterla di importare modelli culturali lontani da noi, esportando quanto di buono facciamo ogni giorno. Siamo convinti che sarà questo sussulto che ci spingerà in avanti, verso un modello di comunicazione che renderà possibile e attuabile il nostro progetto: siamo pronti ad accettare questa sfida.
Il 2017 ci riserverà, presumiamo, nuove sorprese, prospettive e progetti. Quali sono?
In questi due anni abbiamo lavorato tanto alla progettazione di quello che era il nostro obiettivo: una contaminazione di linguaggi, una crossmedialità che si unisse sotto un unico cappello. Questo cappello è La Calabriavisione, un progetto che alla visione territoriale affianca gli strumenti di comunicazione più evoluti, dalla tv al web passando per il marketing, la radio e tanto altro ancora. Il nostro è un obiettivo ambizioso e siamo pronti a raccogliere questa sfida: La Calabriavisione è il luogo ideale all’interno del quale raccontare la Calabria migliore, quella delle idee e dei mercati, dei giovani e delle esperienze. Mi auguro quindi che nel 2017 il nostro network sappia porre le basi per proiettarsi e far emergere tutto il lavoro di progettazione fatto in questi due anni: vogliamo essere un modello di lavoro, e ce la metteremo tutta per riuscirci. Infine il mio mio augurio di Buon Anno va a tutti i calabresi che hanno deciso di non scappare altrove, perché sicuri che una Calabria più forte e consapevole è possibile, e a tutti i calabresi che come me guardano con fiducia al futuro. Buon 2017!