Dopo la festa di Carnevale, in qualche paese della Calabria, capita di vedere appese a balconi o finestre delle bambole vestite di nero. Grazie alla passione e alla ricerca per mantenere vive le varie tradizioni popolari, un giovane di Santa Maria di Catanzaro, Andrea Bressi ha cercato di valorizzare un rituale a lui molto caro, appunto quello delle bambole della Quaresima, comunemente chiamate "corajisime".

Le Corajisime

Sono delle bambole di pezza che rappresentano la vedova di Re carnevale, morto dopo i festeggiamenti del martedì grasso. Questi fantocci hanno dei simboli precisi: il fuso e la rocca perchè sono raffigurate nell’atto di filare la lana. Il filo rappresenta lo scandire del tempo, come un calendario del periodo quaresimale, all’interno del quale è opportuno seguire penitenza e digiuno. In testa o nei piedi hanno un’arancia o una patata dove vengono conficcate sette penne di gallina. Ogni domenica se ne sfila una fino ad arrivare all’ultima che annuncia la fine di tutti le penitenze e la gioia dell'arrivo della Santa Pasqua.

Oggi Andrea ha voluto allestire una mostra in un piccolo paesino del catanzarese, San Floro, dove da bambino ha visto per la prima volta la "corajisima" appesa alla finestra verde della signora Franceschina Pirò. L’intento è stato quello di omaggiare la signora allestendo la mostra nel suo borgo con il patrocinio dell'amministrazione comunale che ha messo a disposizione un locale.

La mostra a San Floro

La mostra si presenta curata nei minimi particolari e qui vengono esposte varie "corajisime" provenienti da diverse località calabresi. Da un po’ di anni Andrea è il referente della Calabria per la rete nazionale “bambole Quaresima” un sodalizio di esperti, antropologi, liberi ricercatori e rappresentanti di associazioni di varie Pro Loco d’Italia. Grazie all’attività di ricerca si è scoperto che questa antica tradizione esiste anche in Abruzzo, Campania, Puglia, Molise e Basilicata.