Pagarono la resistenza al regime di Trujillo nella Repubblica Dominicana con la vita. In loro memoria l’Onu nel 1999 ha istituito la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
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Le chiamavano farfalle (Las Mariposas), prima che la cieca violenza del regime di Rafael Leonidas Trujillo, nella Repubblica Dominicana degli anni Sessanta, spezzasse le loro ali. Un volo interrotto che riprende nella memoria collettiva che quelle ali violate cura attraverso il ricordo e l’impegno per contrastare la violenza contro le donne.
Questa è la storia delle tre coraggiose sorelle Mirabal, Aida Patria Mercedes, Maria Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa, e della loro resistenza alla dittatura. Una storia che svela anche le origini della Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne, ufficializzata nel 1999 nella data della loro brutale uccisione avvenuta nel 1960.
Le dittature minacciate dalle menti libere
Attiviste politiche, più volte imprigionate e condannate ai lavori forzati, Aida Patria Mercedes, Maria Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa furono più volte accusate di aver attentato con le loro idee e la loro attività intellettuale alla sicurezza nazionale. Anche i loro mariti furono perseguitati e incarcerati. Proprio in occasione di una delle visite a loro fu teso un agguato, poi mascherato da incidente, in cui furono uccise. Era il 25 novembre del 1960 e quello fu il prezzo per la loro opposizione al regime di Trujillo, considerata una tra le dittature latine più sanguinose dell'età contemporanea.
La memoria custodita
L’unica sorella Mirabal sopravvissuta, Bélgica Adele detta Dedé, ha curato le pagine del libro di memorie "Vivas en su jardin" dedicato alle sorelle, come fossero «fiori del giardino». Ha coltivato memoria, crescendo anche i sei nipoti orfani, figli delle sorelle uccise. La loro vita è stata anche raccontata dalla scrittrice Julia Alvarez nel romanzo "Il tempo delle farfalle", da cui è stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso “In The time of Butterflies”, interpretato anche da Salma Hayek.
L’eco della libertà dalle dittature
Per non dimenticare quel 25 novembre 1960, nella stessa data nel 1981, un mese prima dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione nei confronti delle Donne, si tenne la prima Conferenza di Donne Latinoamericane a Bogotà in Colombia. Il simbolo della libertà dalle dittature che incarnarono ebbe eco nel tempo e così, nel 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione 54/134, ufficializzò il 25 novembre come Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne.
Oggi quell'impegno per la libertà dalle dittature è diventato emblema di tutte le forme di violenza di cui la donna è vittima, tra le mura domestiche, nei contesti lavorativi, sociali e politici.
Grave e diffusa violazione dei diritti umani
Radicata nella discriminazione di genere, la violenza sulle donne rappresenta la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo. Un allarme dilagante perchè i maltrattamenti di familiari e conviventi, le violenza sessuali e i femminicidi, a ogni latitudine, flagellano, e non da ora, la quotidianità.