La compagna di vita di Nik Spatari in un post sui social si rivolge alle istituzioni e all'opinione pubblica: «Rispettare e difendere la bellezza artistica e paesaggistica di questo posto»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Un appello al Comune di Mammola e all'opinione pubblica «perché mi aiutino a tutelare il Musaba, a difenderne la bellezza artistica e paesaggistica e a rispettare sessant’ anni di lavoro». A rivolgerlo attraverso la sua pagina Facebook è Hiske Maas, artista e compagna di vita di Nik Spatari, morto qualche anno fa. La donna ormai da diversi anni sta conducendo una battaglia per la tutela del museo-laboratorio d’arte contemporanea realizzato sul finire degli anni ‘70 sui resti di un monastero basiliano sul fiume Torbido.
Nel 2021 l’ex governatore ad hinterim Nino Spirlì riuscì ad ottenere 185mila euro per alcuni interventi di consolidamento e di messa in sicurezza dei versanti della rupe su cui sorge il museo. «Nel corso di un sopralluogo da parte del sindaco di Mammola e dell’ingegnere che avrebbe realizzato il progetto, io indicai i lavori da fare – afferma la pittrice - mirati certamente alla messa in sicurezza del sito, ma anche rispettosi dell'integrità del verde e della natura circostante. Il progetto redatto, invece, tra l’altro mai da noi visionato, non solo non ha rispetto della natura, ma prevede dei lavori assurdi sulla proprietà privata».
Secondo Hiske Maas «l’impresa di Catanzaro che ha vinto la gara d'appalto non si è mai vista, perché i lavori sono stati affidati ad un’impresa di Gioiosa, forse non adatta ad operare in un sito così particolare e che non ascolta le mie indicazioni. Insomma: stanno facendo dei lavori inutili e brutti, tra i quali una rete che imbriglierebbe tutta la collina, oltre che un muretto di un metro che toglierebbe spazio al parcheggio. Lavoretti rabberciati che deturperebbero la bellezza e l'unicità dell’accesso al Musaba».