I rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil di categoria chiedono interventi immediati per risolvere le annose problematiche del comparto
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«Il Corap, da anni in liquidazione, è stato costituito nel 2016 a seguito della fusione delle vecchie Asi Calabresi che versavano in condizioni finanziare disastrose a causa delle cattive gestioni degli organi di vertice e della scarsa vigilanza da parte dell'Ente intermedio, il quale, tra l'altro, ha pensato bene di risolvere il tutto nel modo più scellerato possibile, ovvero attuando una fusione per incorporazione che si è tradotta in una semplice sommatoria contabile». Lo affermano i segretari generali di Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari, Cisl Fp Calabria Luciana Giordano e Uil Fpl Calabria Walter Bloise secondo i quali serve «chiarezza per i lavoratori del Corap perché non siano loro a pagare la fine delle Asi calabresi».
«Ciò - proseguono i sindacalisti - ha comportato che, piuttosto che l'auspicata risoluzione dei gravi problemi, come era ampliamente prevedibile, il nuovo Ente entrasse in crisi fino alla liquidazione coatta, procedura avviata per ben 3 volte dal 2019, frutto del maldestro tentativo di tutte le Giunte regionali che si sono susseguite nel tempo di affrontare la crisi senza alcuna volontà concreta di risolverla. Le scriventi organizzazioni sindacali chiedono da tempo chiarezza sul destino dei lavoratori che hanno il diritto di sapere quale futuro si prospetti per loro, anche alla luce di quanto previsto dall'art.15, c. 1, del D.L. n. 98/2011 convertito dalla Legge 15 luglio 2021 n. 111. Ancora nulla è stato comunicato riguardo ai tempi che si prevedono per l'erogazione degli emolumenti arretrati dal 2019, costati lacrime e sudore ai lavoratori ed alle famiglie, che, al tempo, pur non ricevendo il pagamento regolare delle mensilità, responsabilmente hanno garantito la continuità gestionale dell'Ente. Ancora oggi i dipendenti del Corap brancolano nel buio, nonostante appaia abbastanza chiaro quanto sancito dalla L.r. 29 marzo 2024, n.16 istitutiva dell'Agenzia Regionale di Sviluppo delle aree industriali e per l'attrazione di investimenti produttivi, che norma all'art.12, c.4 le procedure di trasferimento del personale presso la stessa Agenzia. A tal proposito, è necessario ed indispensabile che la Regione Calabria faccia chiarezza perché non sono tollerabili interventi a danno della dignità e professionalità dei lavoratori, sempre apprezzate e mai messe in discussione».
«In questi anni - affermano i sindacalisti - sono state tante le note con cui le scriventi organizzazioni sindacali hanno chiesto incontri ai rappresentanti della Regione Calabria per avere informazioni certe riguardo le condizioni e il futuro dei lavoratori, ma non sono mai state convocate. L'ultima disattesa richiesta risale ad un mese fa, pertanto soluzioni proposte senza tempi utili per un confronto approfondito che tuteli i lavoratori non sarebbero tollerabili e sarebbero disallineate rispetto alle innumerevoli dichiarazioni del presidente Occhiuto sulle riforme prodotte negli ultimi due anni, pur essendogli sfuggita nelle citazioni quella istitutiva dell'Arsai. Sarebbe, a questo punto, quantomeno opportuno mettere fine all'annosa e penosa vicenda dei dipendenti del Corap che mantengono lo stato di agitazione già proclamato».