Ha lasciato Milano dove faceva una vita frenetica e troppo caotica. E si è trasferita con la famiglia a Isca sullo Ionio, un piccolo borgo calabrese che aveva conosciuto nel corso di una vacanza e se ne era innamorata.

Ginevra dell’Orso traccia con noi un primo bilancio di questa sua a straordinaria scelta di vita.

«Vivere in città è un investimento a perdere: con i soldi non si compra la salute e la pace interiore. I miei figli qui hanno scoperto la libertà. Così mi sono trasferita a Isca, un piccolo borgo del catanzarese di circa 300 abitanti».

Nel 1999, una scelta di vita radicale: lasciare Milano e trasferirsi in Calabria. Difficile da comprendere.

«La vita frenetica di Milano non ci stava più regalando la serenità e l’equilibrio di cui avevamo bisogno. Sentivamo la necessità di un cambiamento radicale, di ritrovare quel contatto autentico con l'ambiente che avevamo perso. Già nel 1999, avevo acquistato la mia prima casa a Badolato, quando il paese era ancora spopolato e abitato dalla comunità curda. Avevo comprato quella piccola casa per poche lire, con la speranza che potesse diventare non solo la mia casa vacanza, ma anche il mio rifugio, un luogo dove correre ogni volta che avessi sentito il richiamo di qualcosa di più viscerale e spirituale».

Questo desiderio di trovare un equilibrio migliore si è concretizzato nel 2010.

«Sì, è successo quando mi sono trasferita con la famiglia a Isca, un piccolo borgo collinare sulla costa ionica di circa 300 abitanti. Volevo offrire ai miei figli un'infanzia ricca di libertà e sicurezza, in un ambiente dove poter correre e giocare senza preoccupazioni, lontano dai pericoli della città».

Ovviamente, per molti, una scelta così radicale comporta molte rinunce e privazioni. In Calabria “non c’è nulla”, recita la solita mentalità catastrofista!

«Certamente ci sono stati dei sacrifici, ma la verità è che vivere in città ormai è anacronistico. È un investimento a perdere, perché i soldi non possono comprare la salute, la pace interiore, e l'armonia che si trova solo in un ambiente dove prevale un senso profondo di appartenenza. Abbiamo guadagnato in qualità della vita, trovando un ritmo più umano e una connessione con la comunità locale. Le comodità a cui abbiamo rinunciato sono state ampiamente compensate dalla felicità che abbiamo trovato qui».

Comunque in questi anni qualcosa è cambiato nella vita di Ginevra e dei suoi cari. E probabilmente nulla sarà più come prima.

«Sì, la nostra vita è cambiata radicalmente e in modi che non avremmo mai immaginato. Abbiamo scoperto nuove passioni, sviluppato competenze che non sapevamo di avere, e trovato un senso di pace interiore che ci era sconosciuto. La nostra quotidianità è fatta di gioie semplici ma efficaci, molte legate all'ambiente: una passeggiata la mattina al mare, la domenica in montagna, le grigliate con gli amici.. e poi la raccolta delle olive, delle castagne, dei funghi, delle erbe spontanee, l'acqua della fonte».

Cose che agli occhi dei molti possono certamente sembrare banali.

« Ma non a noi. Che hanno riempito la vita, e il cuore. Questa scelta ci ha permesso di vivere in maniera più significativa, arricchendo l’esistenza in modi inaspettati».

E poi ci sono i figli, che nel frattempo sono cresciuti. Difficile adattarsi ad un modello di vita così diverso, così ‘antico’.

«I miei figli si sono adattati fin da subito, perché in un piccolo paese hanno trovato una libertà che la grande città non avrebbe potuto offrire. Erano liberi di giocare all'aperto, correre tra le vie del paese senza timori. Hanno vissuto questo cambiamento come un’avventura, e hanno accettato e amato tutto di questa nuova vita, e a distanza di 15 anni continuano a provare lo stesso entusiasmo. Parlano il dialetto del loro paese, e ne vanno fieri!»

Ginevra si definisce un’ «ortosofista». Ed è lei che ha inventato «il calendario dell’orto».

« ‘Ortosofista’ è un termine che mi sono inventata e che unisce due parole: "orto" e "sofista" (che in greco significa saggio o esperto). Nella mia visione, un'ortosofista è una persona che cerca la saggezza attraverso la coltivazione dell'orto. Questo implica non solo una conoscenza pratica della coltivazione delle piante, ma anche una filosofia di vita che privilegia l'armonia con la natura, il rispetto dei ritmi stagionali e un approccio sostenibile all'esistenza. La coltivazione dell'orto diventa così un modo per riconnettersi con la terra, per trovare un equilibrio e per vivere in maniera consapevole il pianeta in cui viviamo»

Ginevra ama scrivere e scrive anche benissimo. Ama raccontare. Adora descrivere questa sua nuova vita, anche per lasciare traccia di queste sue scelte ai posteri.

«Mi piace descrivere questa mia nuova vita come "rigenerante", "profondamente appagante" e a tratti "sconvolgente". Userei espressioni come "un viaggio interiore primordiale", "un percorso di riscoperta" e "una vita alla ricerca della consapevolezza". Gli aggettivi che sceglierei includono "sereno", "equilibrato" e "ispirante". Vorrei che chi leggerà la mia storia in futuro, capisse che vivere secondo i ritmi naturali porta a una vita più ricca di significato e felicità, una vita che i soldi non potranno mai comprare ma che, per me, è inestimabile sotto tutti i punti di vista!»

Vorremmo conoscere Ginevra così com’era prima di lasciare Milano.

«Era una "ragazza" incasinata alla ricerca del senso della vita, immersa nel caos metropolitano e del lavoro (mi occupavo del settore pubblicità e pubbliche relazioni di varie aziende)»

Invece oggi Ginevra è una donna soddisfatta, che ha trovato il suo equilibrio e sa esattamente dove vuole andare. Una donna felice. Una donna che sembra avere scoperto il paradiso in questa nostra terra. E che insegna a tutti che correre alla ricerca di soldi e successo non porta alcuna felicità. Anzi.