Il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana esorta tutti a superare le disuguaglianze e osare di più: «È l’ora della corresponsabilità, i cristiani non devono mai accontentarsi»
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Si ispira all’antico comandamento scritto nella legge di Mosè, Ama il prossimo tuo come te stesso, contenuto nella Sacra Bibbia e citato da Gesù nel vangelo, il messaggio di Pasqua di monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il presule invita i cristiani, in occasione della Resurrezione del Cristo, a rinnovare la professione della fede mettendo da parte distacco e insensibilità verso l’altro, ma gettando le basi per una comunione autentica che restituisca alla società contemporanea quei valori di civiltà e reciproco sostegno da qualche tempo venuti a mancare.
Strumento di riscatto sociale
«Io mi auguro – ha detto il prelato al nostro network - che si possa andare oltre l'indifferenza, oltre la negazione dell'altro, oltre le disuguaglianze. E che inoltre la resurrezione innervi la storia e attivi i processi di liberazione. Su tutto, auspico che la resurrezione possa spronarci ad osare di più, perché è l'ora della corresponsabilità, è l'ora, direi, di osare, è l'ora della profezia». In occasione della Settimana Santa si registra un incremento della partecipazione dei fedeli alla liturgia, ma «l’ascolto della Parola – insiste monsignor Savino - deve rappresentare per i cristiani anche uno strumento di redenzione e di riscatto sociale. I riti sacri della Pasqua custodiscono tradizioni ma custodiscono soprattutto lo spirito religioso. Io vorrei dire solo una cosa; che il cristianesimo deve marcare una differenza, deve essere un segno di contraddizione. Il cristianesimo non deve adeguarsi, non deve accondiscendere, ma l'esperienza cristiana è un'esperienza che deve affondare nella conversione personale, nella conversione comunitaria. Per cui ritengo che in questa Pasqua siamo tutti chiamati a fare un salto, un salto di emancipazione, ma soprattutto con Gesù. Insieme a Lui – ha concluso il vescovo - noi cristiani possiamo farcela a rendere la vita in questa terra, in Calabria, in Italia e in Europa, sicuramente migliori».