Primi passi per l’intervento da 28 milioni di euro che cambierà volto all’area. Il passaggio più delicato sarà il trasferimento dei 411 abitanti dell’insediamento nei nuovi alloggi individuati dall’Aterp: 6 palazzi al posto delle baracche e nuove attività per l’inclusione sociale
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I lavori per la bonifica del sito di Scordovillo a Lamezia Terme sono ormai prossimi. Il campo rom dovrebbe essere smantellato in breve tempo. Lo garantiscono al comune dove i tecnici sono già al lavoro per far partire il progetto. Comune, Regione e Commissario governativo tracciano, in questa fase, le ultime linee di un piano d’intervento da ben 28 milioni di euro. Otto di questi arrivano da fondi Pnrr per la bonifica da effettuarsi entro il 2026, 20 milioni rappresentano un intervento diretto della Regione Calabria per opere infrastrutturali e di urbanizzazione primaria e secondaria.
Il passaggio più delicato adesso riguarda, nel concreto, la sistemazione abitativa dei rom, cioè la gestione dello smantellamento di un ghetto in cui vivono 96 famiglie per un totale di 411 persone.
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La situazione è spinosa e il commissario Giuseppe Vadalà dovrà gestire quella che non è soltanto la bonifica di una discarica ma si traduce anche nel trasferimento di queste famiglie, che nessuno mai a Lamezia è riuscito a convincere ad abbandonare il campo.
Sembra che, in ogni caso, l’Aterp sia al lavoro per reperire nuove soluzioni abitative. Il sindaco della città Paolo Mascaro, ribadendo l’imminenza dell’inizio dei lavori, aveva assicurato che avrebbe lasciato il comune dopo aver aperto questo cantiere: ben sei fabbricati da sedici appartamenti ciascuno dovrebbero prendere il posto delle baracche.
«Dopo tante promesse – dichiara Salvatore De Biase, coordinatore cittadino di Forza Italia, lo stesso partito del sindaco – quella del campo rom è diventata una priorità ministeriale e regionale». L’area di Scordovillo, nel tempo, si è allargata passando da 14mila a 25mila metri quadri, fino a raggiungere i confini dell’Ospedale di Lamezia. Per non parlare dei problemi legati ai roghi dei rifiuti, ai fumi tossici, all’altissimo livello di inquinamento e ai rischi per la salute dei cittadini. «Un problema da anni irrisolto che si avvia a soluzione definitiva – sostiene ancora De Biase –. Esiste in questo momento una sinergia positiva tra commissario, Regione, Comune e altri enti. E poi abbiamo un generale dell’Arma dei Carabinieri, una figura che certamente sarà garante di decisionismo e trasparenza. Insomma fatti concreti».
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L’area inquinata del campo rom di Scordovillo deve essere bonificate entro due anni. Si lavora al cosiddetto piano di caratterizzazione, all’analisi di rischio, alla progettazione definitiva per giungere alla bonifica e messa in sicurezza permanente.
Sono passati quasi tre mesi dal primo sopralluogo del commissario Vadalà accompagnato dal procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio, dal sindaco, Paolo Mascaro e dal prefetto Enrico Ricci. De Biase assicura che «i dipartimenti regionali, per quanto di loro competenza, opereranno su due fronti: la realizzazione di alloggi popolari e l'avvio di progetti finalizzati all'inclusione sociale». Secondo quanto si apprende, la determina che dà il via alla parte dell’intervento su Scordovillo affidata alla Regione è stata firmata dal dipartimento Lavori pubblici e prevede l'affidamento all'Aterp, in accordo con il Comune di Lamezia, della realizzazione delle nuove unità abitative. Previsti anche laboratori educativi e creativi per minori, l’attivazione di laboratori didattici e creativi nelle classi, orientamento e supporto alla ricerca di lavoro, un percorso favorire la conoscenza delle opportunità e della burocrazia per rom che volessero promuovere forme di auto-imprenditoria, oltre che laboratori socio-sanitari per i nuclei familiari.