Osvaldo ormai ha deciso… Dopo oltre 70 anni chiude il suo adorato negozio di generi alimentari, bar, tabacchi, nel piccolo borgo di Perito di Pedace, oggi Casali del Manco. 

Chiude per sempre, finisce un’epoca

È stato per decenni un punto di riferimento per tante generazioni, per i giovani che qui si ritrovavano, per gli anziani che giocavano a carte e discutevano animatamente tra loro, per le famiglie che qui venivano a fare la spesa. E perfino per quanti andando a lavorare all’alba, prima di avviarsi bussavano alla porta di Osvaldo (che abita sopra il negozio) per farsi dare le sigarette.

«Anche alle quattro del mattino» ci dice fiero Osvaldo. La sua è stata una funzione sociale di piccola portata ma di grande importanza. Senza Osvaldo, senza la sua attività («una missione» precisa lui) la frazione di Perito sarebbe stata più sola e abbandonata e qualche centinaia di persone avrebbero avuto difficoltà anche nel procurarsi i generi di prima necessità come il pane, la pasta, il latte.

Osvaldo è stato l’amico, il confidente, l’uomo sempre disponibile, il fratello maggiore e poi anche il nonno del paesino; quello che apriva anche a Ferragosto, come ogni domenica e stava nel negozio anche nelle feste comandate e durante le vacanze di Natale. Mai un giorno di chiusura.

Lui stava al negozio già da ragazzo. Il papà aveva aperto quel punto vendita agli inizi del ‘900; poi lo ha sostituito il fratello maggiore, che ha quindi ceduto il posto al più piccolo di casa: Osvaldo, che non è mai andato via. Fino ad oggi.

Osvaldo ha visto la guerra, la fame, la sofferenza della gente, ha dovuto pretendere la tessera annonaria per dare i generi di prima necessità razionati. Ha vissuto il dopoguerra, gli anni ‘60, l’epoca del consumismo e quella "edonista reganiana" degli anni ‘80, poi le grandi crisi economiche e decine di governi passare con quella rapidità tipicamente italiana.

Osvaldo ci racconta di non essere mai mancato dal bancone di lavoro del negozio, sempre pronto e disponibile ad ascoltare e anche ad aiutare facendo credito con la famosa "libretta". Le famiglie in difficoltà le agevolava allungando i tempi di pagamento. E c’erano quelli che non riuscivano a saldare il debito.

Osvaldo è andato sempre avanti con la sua generosità e il suo stile pacato. Il suo papà iniziò 120 anni fa: un altro mondo! 

Osvaldo per potersi occupare del negozio a tempo pieno, ha rifiutato anche un’assunzione presso l’ufficio postale del luogo, dove da ragazzo ha prestato un servizio garantendo il collegamento con la piccola stazione delle Ferrovie calabro-lucane di Pedace. 

Oggi, ultra ottantenne ma ancora attivo e in buona salute, ha capito che è giunto il momento di chiudere tutto. Del resto negli ultimi anni le vendite sono molto calate a causa dello spopolamento e con gli incassi è riuscito appena a pagare le tasse. 

Se ne va così una bandiera, il simbolo di un piccolo borgo attraversato da una strada provinciale dove a stento due macchine che si incontrano riescono a transitare. Se ne va un punto di riferimento, il padre e il nonno per tanti ragazzi che oggi hanno lasciato Perito per andare a Milano e nel Nord a lavorare. 

Oggi ragazzi qui non se ne vedono più, rimangono le loro famiglie, con i genitori che invecchiano rapidamente e una vita sociale che diventa sempre più evanescente: sta finendo tutto. È il destino dei tanti piccoli centri della nostra Calabria, di tanti micro comuni delle aree interne, che anno dopo anno si spopolano sempre di più, nell’indifferenza generale, trasformando questi borghi, un tempo pieni di vita, in vere e proprie case di riposo, in villaggi fantasma. È il triste declino della Calabria. 

Ma a chi vuoi che interessi la storia dei tanti Osvaldo che se ne vanno definitivamente? Eppure la storia di Osvaldo è la storia del ‘900, il secolo breve. È la nostra storia.