VIDEO | L'ufficio pastorale della diocesi opera in 60 comuni e 132 parrocchie. La vice direttrice, ospite degli studi di Cosenza Channel, spiega: «Il nostro compito va ben oltre l'assistenza materiale»
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L'ufficio pastorale Caritas della diocesi Cosenza-Bisignano comprende sessanta comuni e centotrentadue parrocchie: da Amantea a Fuscaldo, da Bisignano ad Altilia. "Povertà tridimensionale" significa che, al di là della semplice assistenza materiale, i volontari si mettono all'ascolto di quanti chiedono aiuto, instaurando con loro una relazione proiettata verso il futuro.
«Povertà vuol dire mancanza - esordisce Rosalba Rosa, vice direttrice Caritas di Cosenza Bisignano - ma questa condizione va ben oltre l'aspetto economico: le persone sono sempre più povere di affetti e di relazioni sociali. Ecco perché, quando qualcuno bussa alla nostra porta con la bolletta della luce in mano, noi ci sforziamo di indagare il suo vissuto».
Il centro di ascolto Caritas, ospitato presso la Curia e aperto dal lunedì al venerdì, accoglie in media duecento persone all'anno. «Spesso ci troviamo di fronte genitori di bambini malati di tumore, che hanno necessità di ricevere cure lontano dalla Calabria. La Caritas non eroga somme di denaro - spiega la vice direttrice Rosalba Rosa - ma si fa carico delle spese di viaggio e alloggio».
La Caritas della diocesi Cosenza Bisignano, che conta una popolazione di 350mila abitanti, lavora in stretta sinergia con le parrocchie: i sacerdoti, vere e proprie sentinelle del disagio sociale, raccolgono i bisogni dei propri fedeli e se ne fanno portavoce. Dove non arrivano i servizi sociali dei singoli Comuni, interviene la Chiesa.
«Disponiamo di un fondo annuale di circa centomila euro finanziato grazie alle donazioni dell'8x1000, con il quale riusciamo a gestire le emergenze economiche che ci vengono segnalate - evidenzia la vice direttrice Rosalba Rosa - e a questa cifra si aggiungono le risorse straordinarie destinate ai tanti progetti sociali che portiamo avanti.
A Castrolibero, grazie alla sinergia con l'associazione il Casale del Melograno, abbiamo avviato un esperimento di agricoltura sociale rivolto ai detenuti che usufruiscono della "messa in prova". A Torano Castello, invece, abbiamo avviato un ambulatorio medico rivolto agli stranieri senza permesso di soggiorno. In 24 comuni dove vivono meno di mille abitanti è partito un progetto contro lo spopolamento e la dispersione scolastica. Il nostro obiettivo - conclude la vice direttrice Rosalba Rosa - è quello di "coltivare la restanza".