C'era la volontà di far lavorare la “Misericordia” anche nella tendopoli di San Ferdinando e, in questo senso, diversi sono stati i contatti ufficiali tra i vertici nazionali dell'associazione di assistenza e le istituzioni locali. Lo si apprende in queste ore, dopo la bufera giudiziaria e gli arresti per la gestione del “Cara” di Isola Capo Rizzuto.

Nell'inverno scorso nella sede della Cisl provinciale si tenne un primo incontro in cui ai rappresentanti dei comuni di Rosarno e San Ferdinando venne presentato il vice presidente nazionale della Misericordia, giunto direttamente da Firenze, che dopo quel primo faccia a faccia proseguì il dialogo con i politici e i tecnici impegnati nel completamento della nuova tendopoli.

Proprio la struttura non ancora messa in funzione dalla Prefettura è sembrato essere l'obiettivo del confronto avviato personalmente dalla segretaria provinciale del sindacato, Rosy Perrone, poiché' nella interlocuzione che seguì a quella riunione fu chiaramente palesata l'intenzione dell'associazione di gestire da sola il campo da formare con le tende comprate dalla Protezione Civile regionale.

La circostanza delle pressioni esercitate diventa interessante perché' “La Misericordia” non fa parte del gruppo di 4 associazioni coinvolte dalla Prefettura in un "Protocollo per le politiche abitative" - Caritas, Croce Rossa, Me.Du., Emergency - e quindi l'azione condotta sembrerebbe volta a smentire o ribaltare il senso del documento sottoscritto, nel febbraio del 2016, in vista della nuova tendopoli. Che ancora non c’è, ovvero i lavori preparatori sono ultimati da un pezzo - come ha detto a LaCnews24 il capo della ProCiv, Carlo Tansi - ma ancora nel sito non si vedono le tende e i migranti sono ancora alloggiati nel vecchi accampamento conosciuto per le sue disumane condizioni e per l'assenza di una gestione istituzionalizzata.

 

Agostino Pantano