Affetta da distrofia muscolare da quasi 40 anni la cofondatrice della comunità Progetto Sud è orgogliosa di un'esistenza straordinaria nonostante la malattia, sempre in lotta per i diritti civili
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«Mi dicevano che ero sfortunata tre volte perché ero disabile, calabrese e donna. Con il tempo ho capito che avevano ragione. Dovere affrontare tutte e tre le situazioni non è semplice, ma nemmeno impossibile».
Emma Leone è una donna coraggiosa, caparbia. Una lottatrice. Colpita dalla distrofia muscolare a 13 anni non si è data per vinta e ha trasformato la disabilità in un’opportunità. Emma è cofondatrice della comunità Progetto Sud diretta da don Giacomo Panizza e vive al suo interno, nella casa madre di via Conforti, insieme ad altri che hanno deciso di proseguire sulla via di un’esperienza tipica degli anni Settanta.
Una vita vissuta lottando per i diritti civili e contro le mafie
Qui si vive e si mangia insieme e si ottempera alle esigenze della casa tramite una cassa comune gestita proprio da Emma che si occupa anche dell’archivio. Quella di Emma, 62 anni, è stata una vita piena, vissuta liberamente, lottando per i diritti civili e contro le mafie. Il tutto con una malattia degenerativa addosso che con il passare degli anni è diventata sempre più invalidante. Emma non solo è costretta a spostarsi sempre su una sedie a rotelle, ma vive attaccata ad un respiratore e ad una presa elettrica. Dopo un appello lanciato alla stampa qualche anno fa, è riuscita a trovare un’azienda che producesse una batteria per il suo respiratore che le permettesse di uscire di casa, anche se farlo le costa molta fatica.
Un nuovo approccio alla disabilità
Il suo contributo nel coltivare un nuovo approccio alla disabilità, quello che ha promosso la Comunità Progetto Sud come pioniera e all’avanguardia in questo settore, è stato fondamentale. «Ho conosciuto don Giacomo Panizza che non era ancora nemmeno sacerdote - racconta – in quegli anni in Calabria non c’era nemmeno la riabilitazione, se non per pochi eletti e i disabili si tenevano dentro casa».
Ma Emma Leone si è anche dedicata ai temi come la lotta alle guerre e il pacifismo. Ha partecipato anche a manifestazioni e campi internazionali.
Emma ha anche perso un fratello ucciso da un proiettile vagante quando era appena un ragazzo. Una tragedia per la quale nessuno ha mai pagato, forse anche perché non si è voluto indagare a fondo. Emma è orgogliosa della vita che ha vissuto e anche certa che senza la disabilità non avrebbe conosciuto queste esperienze e avrebbe percorso altri binari più tradizionali per una donna di quegli anni.
Tiziana Bagnato