Nel grattacielo sospeso sopra New York City, c’è un rifugio con tre camere da letto firmato dall’architetto di Fuscaldo Giuseppe Samá, che da qualche anno ha conquistato il cuore di New York. Qui puoi vivere più in alto che mai.  Nuovi grattacieli si stanno arrampicando sempre più tra le nuvole: la nuova Central Park Tower è una spanna sopra tutti gli altri con un'altezza enorme di 1.550 piedi (472 metri). Vivere qui è un vanto, ma poi si godono panorami eccezionali, unici al mondo.

La luccicante struttura a forma di ghiacciolo del grattacielo residenziale più alto del mondo offre la vista impareggiabile dei panorami di Central Park e dello skyline di New York.

E proprio al 75esimo piano di questa nuova icona dell’architettura newyorkese, non poteva mancare il progetto J+L Residence firmato dallo studio italiano con sede a New York, ed è il “Giuseppe Samà Design Studio”. La visione del giovane architetto calabrese era quella di creare uno spazio che sembrasse un rifugio o una tregua dalla cacofonia quotidiana di Manhattan. Per gli interni di questa residenza, l’architetto e designer Samá spiega che «le selezioni di texture, colori e materiali sono state fatte per mirare ad avere un'espressione più morbida, elegante e sofisticata».

Come sempre in ogni suo progetto, il protagonista vero e proprio è il Made in Italy, dagli arredi all’illuminazione fino ai marmi. Sempre più richiesto dalla società americana, l’architetto e designer italiano di origini calabresi, è ormai diventato uno tra i più ricercati di New York e non solo. CEO di aziende, dirigenti di Wall Street, fino a personaggi del mondo dello sport. Tutti lo vorrebbero come designer per la loro residenza, ma visti i suoi tanti impegni, in realtà solo in pochi possono. Un grande talento italiano che ha saputo affermarsi in una grande e difficile città come New York non può  che rendere orgogliosi tutti i calabresi. 

Chiaro il pensiero di Samà sui giovani: «I giovani devono studiare tanto. Devono avere fame di libri ed essere curiosi di fare nuove esperienze. Non devono rinunciare ai loro sogni solo perché dopo il primo tentativo hanno fallito. I fallimenti sono solo delle tappe, formative, che ognuno di noi incontra nel suo percorso di vita. L’importante è rialzarsi, capire gli sbagli fatti e ripartire. I giovani devono mettere del proprio, e credo che lo facciano, ma la classe politica dovrebbe fare molto, ma molto di più per sostenere questi giovani talenti che sono il futuro della nostra tanto amata terra».