Si chiama Alfio Moccia, è un docente di letteratura in pensione ed è stato l’autore del primo telegiornale arbëresh, un esperimento che ha visto i propri natali proprio alla nascita delle prime televisioni commerciali in Calabria.

Ci troviamo alla fine degli anni Ottanta e Alfio Moccia, testimone della terribile deriva culturale di quegli anni che vedeva lo spopolamento dei piccoli borghi e la negazione dell’identità arbëresh, coglie al balzo la palla ed accetta di realizzare un contenuto settimanale sul mondo dell’Arbëria in Calabria, in lingua. Ieri come oggi il tema linguistico presenta numerose difficoltà ma la soluzione naturale è sempre la stessa: trovare la mezza misura, unire, creare confronto tra le parlate locali, assemblare i pezzi. In una parola: tendere alla ricerca della koinè.

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L’unico modo per fermare l’ondata distruttiva era ritrovare allora il senso della quotidianità nella notizia in Arbëria. Da quel momento numerosi diventano i diversi network locali privati che sentono la necessità di raccontare l’identità albanofona in Calabria. Realizzare un progetto regionale di ampio respiro per Alfio Moccia era allora e resta un obiettivo fondamentale.