Frank Leo celebra a Roma la sua prima messa davanti a un pezzo della comunità regionale nella capitale: «Mio padre partì 60 anni fa, a casa mia si è sempre parlato il dialetto»
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Nei giorni scorsi ha celebrato, a Roma, la sua prima messa dopo l’ultima nomina e lo ha fatto davanti a una nutrita delegazione di calabresi residenti nella Capitale. Frank Leo, già arcivescovo di Toronto, è diventato cardinale da pochi giorni. E – lo racconta l’ex caporedattore della Tgr Calabria Pino Nano su primapaginanews – non ha dimenticato le proprie origini. Ai Calabresi capitolini giunti nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva ha raccontato proprio della sua «anima calabrese» e di suo padre, che oggi ha 81 anni ed è originario di Belvedere Marittimo. E di suo nonno che invece era nato a San Donato di Ninea.
Il dialetto calabrese è stato di casa assieme al napoletano di sua madre, campana, morta nel 2008. Quella di Leo e della sua famiglia è una delle tante storie di emigranti in Nord America: la Calabria abbandonata circa 60 anni fa e una famiglia nata a Montreal. Lì è nato anche il neo cardinale che, con i suoi 53 anni, è il quarto più giovane tra quelli nominati da Papa Francesco nella tornata del 7 dicembre scorso.
Leo – che è il secondo cardinale di origini calabresi nominato nell’ultima tornata dopo Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli nato a Satriano – ha guidato la più grande arcidiocesi del Canada con quasi 2 milioni di cattolici e 225 parrocchie. «Sono commosso per la scelta del Santo Padre, indegnamente faccio parte di questo Collegio per servire il Signore. La vedo come una chiamata ad essere strumento di comunione ecclesiale, unità, testimonianza, appartenenza alla Chiesa con ogni battito del cuore e con ogni goccia di sangue», ha detto Leo a Vatican News in occasione della nomina. Assieme a lui c’era anche suo padre, di ritorno in Italia dopo tanti anni per questa gioia speciale.