Kim Jong-Un in lacrime chiede alle donne della Corea del Nord di fare più figli per contrastare il declino delle nascite che mina la solidità del paese. In un evento ripreso dalla tv, il meeting nazionale delle madri a Pyongyang, il leader ha parlato davanti ad una platea femminile. Un discorso accorato, tra lacrime e singhiozzi, con ricorso al fazzoletto per asciugare le lacrime. «Prevenire il declino del tasso di nascita e garantire la cura dei bambini sono i doveri che dobbiamo osservare mentre collaboriamo con le madri», ha detto Kim rivolgendosi alle donne, molte vestite con gli abiti tradizionali, tutte o quasi commosse e impegnate ad applaudire in continuazione.

«Questi obiettivi comprendono l'educazione dei figli in modo che portino avanti senza sosta la nostra rivoluzione, eliminando le pratiche non-socialiste che recentemente sono aumentate, promuovendo l'armonia in famiglia e l'unità sociale, stabilendo un modello appropriato di vita culturale e sociale, consentendo ai valori comunisti della solidarietà di prevalere nella nostra società, fermando il declino delle nascite e prendendosi cura dei bambini con un'educazione efficace», le parole di Kim. Il quadro demografico della Corea del Nord non è chiaro.

L'ultimo censimento reso noto risale al 2008, quando la popolazione era formata da 24 milioni di persone. Secondo le stime di esperti internazionali, ora sarebbe stata raggiunta quota 25,7 milioni. Secondo i dati diffusi dalle agenzie governative della Corea del Sud, effettivamente la Corea del Nord fa i conti con un netto calo delle nascite: da 1,88 bambini partoriti in media da ciascuna donna nel 2014 si è scesi a 1,79 nel 2022.