E se tra tante idee, alcune più fondate altre decisamente velleitarie, fosse arrivata la proposta giusta per una intitolazione di prestigio all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme? Il suggerimento arriva dall’associazione Radicando di Girifalco che associa lo scalo più attivo, frequentato e conosciuto della regione alla figura di Fulco Ruffo di Calabria, eroe dell’Aviazione del Regio Esercito Italiano nella Prima guerra mondiale, figura di coraggioso e fedele servitore dello Stato tanto da meritare una medaglia d’oro al valor militare, due d’argento e quattro di bronzo.

Analogie e precedenti

Secondo quanto proposto dall’avvocato Fulvio Attisani, presidente dell’associazione culturale Radicando (promotrice fra le altre cose del premio Brigantino d’Oro), «intestazioni uguali non mancano in Italia, con lo scalo di Lugo di Romagna che porta il nome del grande Francesco Baracca; quello di Galatina che è intitolato a Fortunato Cesari, medaglia d’oro  al valor militare per le operazioni in Africa Orientale. Anche in Calabria come è noto lo scalo di Reggio è intitolato a Tito Minniti, sottotenente della Regia Aeronautica e medaglia d’oro al valor militare per la Guerra in Etiopia, dove morì tragicamente. A Ruffo di Calabria invece sono già intestati il viale che porta da Napoli all’aeroporto di Capodichino, una strada adiacente lo scalo romano di Fiumicino, e un’altra in prossimità di Punta Raisi a Palermo».

Valenza del cognome

«Aeroporti in tutto il mondo - ha spiegato Attisani - sono giustamente intestati a personalità legate al volo e all’aviazione. E comunque, anche al di là di questo riferimento specifico al tema dell’aviazione, il cognome di Ruffo di Calabria con quel ‘di Calabria’ appunto al suo interno, e con il suo prestigio internazionale, costituirebbe una significativa opportunità per trasmettere e veicolare storia, valori, tradizioni e ‘nobiltà’ del nostro territorio, con un’intitolazione credo generalmente condivisibile e scevra da quei campanilismi che finora hanno impedito una decisione consensuale per il nome del nostro principale scalo».

Chi sono i Ruffo di Calabria

I Ruffo di Calabria sono una delle famiglie della nobiltà italiana più antiche e blasonate, già annoverata tra le sette più grandi casate del Regno di Napoli, e strettamente legata alla Calabria non solo per il suo “nomen omen”, ma per la sua presenza importante e determinante nel territorio sin dall’anno Mille, con probabili origini normanne, e con vari possedimenti tra cui lo spettacolare Castello di Scilla (Rc), antica fortificazione sul promontorio proteso sullo Stretto di Messina, che ospita il faro della Marina Militare.

Il nipote omonimo

Pronipote e omonimo dell'eroe dell'aviazione, il principe Fulco Ruffo di Calabria in questi giorni si trova in visita nella regione per conoscere, e far conoscere, i suoi borghi più belli. Il principe Fulco Ruffo di Calabria è nipote di Paola Ruffo di Calabria consorte di re Alberto II, regina dei Belgi, il cui padre (e nonno del principe) era proprio l’ eroe dell’Aeronautica del Regio Esercito Italiano nella Prima guerra Mondiale, tra l’altro principe di Scilla e conte di Nicotera.

Ambasciatori di Calabria

Fulco Ruffo non ha fatto mai mistero del suo stretto e appassionato legame con la regione bruzia, e proprio in questi ultimi tempi lo si è visto attivarsi come spontaneo “ambasciatore” delle sue bellezze e ricchezze, con la convinzione, più volte esplicitata, che sia venuto il momento di rivendicarne l’unicità e le potenzialità di meta turistica di eccellenza. In uno degli ultimi incontri a Montepaone Lido, assieme allo stesso Attisani – noto penalista catanzarese-, all’amico personale Massimo Brescia ed al promotore culturale Mario Iannelli, presidente dell’associazione Ione di Stalettì, si è ragionato di varie iniziate fino a questa proposta particolarmente significativa: intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme al capitano e medaglia d’oro dell’Aviazione italiana Fulco Ruffo di Calabria.

Le eventuali ripecussioni

Il nipote del grande aviatore si è detto felice di questa intuizione dell’avvocato Attisani  e pronto a “garantire” il pieno appoggio suo e della sua famiglia. Immaginabili i benefici per il territorio sotto il profilo dell’immagine, del turismo e della reputazione negli ambienti nobiliari di tutto il mondo. Mario Iannelli ha ricordato il recente ritrovamento dello “Spad”, il prestigioso caccia della Prima guerra mondiale, di fabbricazione francese, il più antico esistente al mondo, appartenuto proprio a Fulco Ruffo di Calabria, poi restaurato e ora conservato al Museo Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, e alla cui inaugurazione hanno presenziato proprio Alberto II e la regina Paola di Liegi. «L’intitolazione dello scalo di Lamezia – ha detto Iannelli -  con tutte le azioni di promozione che si potranno costruirci intorno, e lo dico anche da operatore turistico, potrebbe essere un grande passo anche di strategia marketing ed un trampolino di lancio per una regione che ha urgente bisogno di recuperare terreno in campo turistico e non solo».