Le telecamere di LaC Tv hanno raccolto la vicinanza e la solidarietà di cittadini, associazioni e istituzioni dopo il vile atto subito dal primo cittadino
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Il portone del suo studio legale dato alle fiamme, Giusy Caminiti sindaco di Villa San Giovanni ha subito sabato scorso una pesante intimidazione con le indagini che sono passati alla Dda. Le telecamere di LaC Tv sono arrivate nel centro reggino con il programma Dentro la Notizia, condotto da Pasquale Motta, per raccogliere la solidarietà dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo delle associazioni dopo il vile atto. Un territorio difficile che è anche crocevia di una discussione importante con risvolti nazionali per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Giusy Caminiti è stata eletta circa un anno fa mettendo in atto una rivoluzione: la sua giunta ha riportato l’amministrazione pubblica nei binari dell’ordinarietà, una condizione che negli anni aveva sperduto. Un’impostazione che ha disturbato interessi e poteri tanto che qualcuno ha pensato di farle una pesante intimidazione. La sindaca ha una visione chiara sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, che riguarda soprattutto la cittadina reggina rispetto ad altri comuni del territorio mentre il ministro Salvini sembra non tener conto di questa centralità non invitando il comune e il sindaco ai tavoli dove si decidono quali condizioni infrastrutturali e finanziarie devono risarcire Villa San Giovanni. Una centralità che il sindaco intende rivendicare con determinazione.
«A Villa San Giovanni sono fatti normali perché succede quasi a tutti i sindaci gli bruciano la macchina a chi altro. Sono in fondo sciocchezze» racconta un anziano signore al quale viene chiesto dell’intimidazione che aggiunge infine «sono cose indegne». Mentre c’è chi in giro dice di non sapere nulla e non vuole rispondere, ma anche chi si dice dispiaciuto e conferma il buon lavoro dell’amministrazione guidata da Giusy Caminiti. La vicenda dell’intimidazione è stata ricostruita nel dettaglio dalla giornalista di LaC Elisa Barresi, che ha ricordato che si tratta di un chiaro segnale per colpire un’amministrazione che sta lavorando bene e c’è chi guarda agli interessi sulla costruzione del Ponte sullo Stretto.
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Il sindaco Giusy Caminiti
Il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti dice che «questa serenità nasce dalla consapevolezza che bene o male stiamo lavorando con il massimo impegno. Poi se è bene se è male, se le scelte sono quelle popolari o impopolari, giuste o sbagliate è anche troppo presto per dirlo perché qua si detta un indirizzo politico che non si raccoglie domani. C’è il risultato, l’obiettivo che noi abbiamo cercato costantemente di imprimere e di comunicare alla gente e che qui si deve mettere in atto un processo irreversibile di buona amministrazione, che non si ferma con undici mesi o cinque anni di impegno amministrativo. Bene o male che si stia lavorando – continua la Caminiti - perché va benissimo la dialettica, il confronto, va benissimo la critica fa parte del sistema democratico. Noi abbiamo lavorato e ci siamo impegnati come di più non potevamo fa. È da questo che viene la serenità. Noi abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo e abbiamo cercato di immaginarci quello che questa città ci ha chiesto e per la quale ci siamo impegnati e cioè un’ordinarietà, una quotidianità civile, una città che veda il decoro, l’ordine e i problemi che vengano risolti. Questo è il merito di 11 mesi di amministrazione creativa perché il Comune è in dissesto, quindi moltissime cose sono programmate e pronte a partire ma sono ferme in attesa che si sblocchi la situazione economico-finanziaria». Infine la sindaca di Villa ricorda che «la sfida che abbiamo lanciato è indubbiamente una sfida culturale, la sfida di una comunità deve ritornare ad essere comunità, che si deve riappropriare dei valori identitari, che deve credere amare profondamente la sua città la sua storia, il suo patrimonio, la sua costa, i suoi beni comuni e condivisi e quindi abbiamo detto tutti insieme solo tutti insieme ce la possiamo fare. Questo è il sentimento di serenità che pervade me ma pervade tutti noi e che credo che ci porti a dire con assoluta consapevolezza stiamo amministrando, chiedendo a tutti di rispettare le regole»
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Il presidente del Consiglio comunale Caterina Trecroci
«Tempi duri e durissimi che in questo momento tristemente si sono in qualche modo ripresentati ma il messaggio è quello che non si non si vuole interloquire per comprendere il significato di questi linguaggi. Non interloquiamo con chi vilmente ci induce a far tregua con questi gesti rispetto a quella che è l’attività amministrativa, ma interloquiamo con i nostri cittadini con un messaggio che è quello “dalla meta mai non torcere gli occhi”, l’obiettivo resta fermo, resta ferma l’azione amministrativa che non si lascia assolutamente intimorire da gesti del genere. Sentiamo profondamente questa ferita, la senta la cittadinanza, la sentiamo nella democrazia e nel nostro essere civili. Il desiderio è quello di far vedere la bellezza di questa città che intende tenere la testa alta e proseguire verso questa meta»
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Il vicesindaco Ada Nicoletta Pavone
«A parte stigmatizzare il gesto perché ha offeso non solo il sindaco nella sua persona ma tutta la città di Villa San Giovanni. È stata offesa una città che si stava pian piano rialzando ed ha fatto grandi passi avanti. Voglio fare un ringraziamento alle associazioni che qui ci stanno stringendo in un abbraccio. Ma stanno stringendo la città in un abbraccio da un anno. Noi siamo tutti i professionisti prestati alla politica. Stiamo tentando di risollevare Villa San Giovanni con l’aiuto della cittadinanza e delle associazioni che oggi sono qui con noi»
L’assessore al Bilancio Sergio Giordano
«Io sono l’unico tecnico vengo dalla cugina Reggio Calabria, al di là degli aspetti tecnici, voglio testimoniare che ho incontrato con Giusy Caminiti e con i colleghi di giunta delle persone meravigliose che sono espressione di una città meravigliosa che non può ridursi ad alcuni soggetti che pensano di intimorire un’azione che vuole camminare sulla normalità. Una normalità che ovviamente restituirà normalità nel tempo e qui abbiamo bisogno anche dell’aiuto e della collaborazione di tutti i cittadini»
L’assessore alla Sanità e al Turismo Maria Grazia Melito
«Siamo un bel gruppo di donne ma in generale un gruppo molto unito per cercare di dare forza a questa comunità. Siamo espressione di questa comunità e vogliamo portare in alto il nome e il senso identitario perché c’è un’ampia fetta di popolazione che come noi parla soltanto il linguaggio della democrazia, che è l’unico che noi ascoltiamo e con cui intendiamo confrontarci. Siamo qui per stigmatizzare con forza l’atto vile e brutale subito dal nostro sindaco, che è un atto ai danni di ogni singolo cittadino perbene»
L’assessore all’Ambiente Ruggiero Marra
«Qui c’è un’amministrazione che rappresenta la comunità e che non si piega a gesti come questo. Continueremo ad andare avanti senza arretrare di un millimetro nella nostra azione amministrativa, che non è un’azione straordinaria. Noi vogliamo tornare alla normalità per ristabilire l’ordinario che in questi territori è tutto»
L’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici Albino Rizzuto
«Non avevo mai fatto politica, ho iniziato questa avventura per le persone che ci sono in questa coalizione. La cittadinanza si è stretta intorno a noi per stigmatizzare questo atto indegno»
Il presidente della Consulta delle Associazioni Marilisa Catanese
«Il giorno dopo dell’attentato che ha subito il nostro sindaco molte associazioni hanno sentito l’esigenza di riunirsi e di interfacciarsi per capire cosa si potesse fare. Abbiamo maturato l’idea di uscire fuori con un manifesto che i cittadini vedranno tra qualche giorno. Nell’incipit c’è una frase di Don Luigi Ciotti: “la prima mafia si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza fare nulla per poi voltarsi dall’altra parte e magari indignarsi e protestare ma senza far nulla perché non è solo chi vive nell’illegalità fare del male ma anche che osserva e lascia fare”. Partendo da queste parole come cittadini villesi in primis e come componenti delle numerose realtà associative presenti sul territorio che sentiamo il dovere di schierarci apertamente contro qualsiasi forma di mafia e di illegalità presente da sempre all’interno della nostra città»
Il presidente di Nuvola Rossa Giovanni Cordova
«Noi non possiamo accettare che sia considerato normale come emergeva anche dalle testimonianze che hai raccolto questa mattina intimidire degli amministratori. Non possiamo considerare normale che gli interessi pubblici e l’interesse collettivo coincida con interessi dei soliti noti. La musica è cambiata e noi non possiamo aspettarci che gli amministratori siano i soli a condurre questa battaglia. Serve che tutta la cittadinanza si esponga e che metta il proprio corpo al servizio di un bene da difendere che è quello del bene comune»
Il presidente di Ponti Pialesi, Anna Maria Carrieri
«Noi testimoniamo la nostra vicinanza al sindaco, all’amministrazione ma soprattutto siamo testimoni di una sorta di rigurgito identitario che questo atto intimidatorio ha scatenato nella società civile. Tutta la Villa San Giovanni per bene, la gente corretta ed educata si è sentita colpita in prima persona. Non è stato colpito il sindaco, ma siamo stati colpiti tutti»
L’ultima parte della trasmissione è dedicato al tema importante del Ponte sullo Stretto con il sindaco che chiede di «essere inseriti al Tavolo dei Comitato Ministeriale che parla di Ponte sullo Stretto; chiediamo di essere ascoltati e di partecipare come uditori al Cda della Stretto di Messina, l’ho chiesto fino a 48 ore fa al Presidente Ciucci; chiediamo di essere con un accordo di programma quadro, un Decreto Villa, di essere riconosciuti come città dei trasporti innovativi ed eco-sostenibile; chiediamo di preparare la città con delle opere preliminari ad accogliere il cantiere ponte: i sotto servizi, gli impianti, l’approdo a sud e il Water front, cioè una città che non diventi la città sotto il ponte ma che sappia guardare al ponte già dall’apertura del cantiere. Chiediamo, anzi pretendiamo – conclude la Caminiti – che nessuno immagini di porre l’ennesima prima pietra, dopo aver avuto la galleria di Piale, dopo aver avuto la variante di Cannitello. Chiediamo di governare un processo di trasformazione di un territorio, se e quando la decisione sarà realmente assunta. Questa è una fase transattiva con la Stretto di Messina, aspettiamo di vedere se e quando ci saranno i soldi per fare il Ponte».