VIDEO | Il tema al centro di un evento promosso dalla Federazione provinciale del Pd. Presenti esperti e studiosi: «È una grande opportunità che non deve coglierci impreparati»
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«La politica non deve solo preoccuparsi di regolamentare, ma deve comprendere la portata di questi cambiamenti e far sì che nessuno resti indietro: è questa la grande sfida che abbiamo davanti quando parliamo di intelligenza artificiale e non dobbiamo avere timore, ma lavorare affinché i cambiamenti ci colgano preparati». Parola di Gianluigi Greco, docente dell’Università della Calabria e presidente dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale, che ha aperto così i lavori dell’incontro “Intelligenza artificiale: sfide e opportunità per il mondo del lavoro”, organizzato dalla Federazione Provinciale di Cosenza del Partito democratico.
La storia dell'intelligenza artificiale
Dopo l’introduzione del segretario provinciale Vittorio Pecoraro, che ha ricordato l’impegno del suo partito sia in Italia che in Europa sulla transizione digitale, sull’intelligenza artificiale e sull’utilizzo delle nuove tecnologie in particolar modo per i più giovani, l’incontro coordinato dal digital strategist di LaC News 24 Francesco Rende è proseguito con la presentazione del professor Greco, che ha presentato la storia dell’intelligenza artificiale dal 1943 ad oggi: «Se ci pensate, nel 1943 non c’erano nemmeno i computer ma si iniziò con le prime sperimentazioni sulla creazione di neuroni artificiali: l’esplosione di questi ultimi mesi fa preoccupare molti, ma la realtà è che bisogna iniziare a capire in che modo questa rivoluzione sta impattando sulle nostre vite. Non è il futuro, è il presente, è adesso e l’appello che faccio a questa platea ed a questa classe dirigente, che ha avuto il merito di tirare fuori un tema così complesso e discuterlo con gli addetti ai lavori, è quello di iniziare a pensare sin da ora a come si possano tenere insieme le opportunità delle nuove tecnologie e le conseguenze, tutelando i più deboli e chi in questa fase dovrà essere ricollocato ad altre mansioni».
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Il mondo del lavoro
Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrato Marco Bentivogli, esperto d politiche di innovazione dell’industria e del lavoro e fondatore di Base Italia, che in collegamento ha spiegato come quella dell’intelligenza artificiale è una sfida da vincere subito: «È vero e non possiamo prenderci in giro, l’AI colpirà significativamente il mondo del lavoro, ma sta a noi decidere come: nessuno ci pensa, ma lavorare realmente per il benessere dei lavoratori vuol dire magari far sì che le macchine sostituiscano gli umani in quei lavori che sono pericolosi per la salute, rischiosi, oppure particolarmente gravosi».
Da anni invece dibatte sul tema Enza Bruno Bossio, ex parlamentare e componente della Direzione nazionale del Partito democratico, che da esperta di politiche per il digitale mette al centro il sistema delle competenze: «È lì che bisogna giocarsi la partita, sulle competenze e sulla formazione dei giovani ad un mondo che è radicalmente cambiato. Già nel 2017 a Capri ragionavamo di competenze e intelligenza artificiale e non è un caso inoltre che nella scorsa legislatura proprio io e Anna Laura Orrico, due deputate calabresi, presentammo norme sulle sfide che l’intelligenza artificiale avrebbe posto negli anni a venire. Abbiamo competenze enormi nelle nostre università – spiega la Bruno Bossio – ma è necessario fare sistema e rete affinché si vada nella direzione di tutelare i posti di lavoro ma allo stesso tempo investire sulla qualità dei lavoratori di domani».
Tecnologie emergenti
Particolarmente significativa è stata la testimonianza di Piero Scarpino, che per conto della multinazionale Ntt Data dirige gli Innovation Center in Europa e America Latina e che si occupa di tecnologie emergenti: «Io faccio parte di un colosso giapponese, ed in Giappone la sfida non è sul creare i supporti migliori, ma è sul mettere al centro l’uomo ed i suoi bisogni. Lì le applicazioni dell’intelligenza artificiale sono sulla vita di tutti i giorni: ad esempio, sono stati promossi dal governo incentivi per l’installazione di bagni smart. Sembrerà un’assurdità, ma attraverso le analisi delle acque si monitora lo stato di salute delle persone anziane, e si va ancora oltre: sono moltissime le persone di una certa età che vivono sole, e se l’intelligenza artificiale rileva che quella persona alla mattina non è andata in bagno manda subito un alert alla famiglia o alle autorità, perché vuol dire che qualcosa non va».
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Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Scarcello, docente dell’Università della Calabria e coordinatore dello Spoke Green-Aware AI Unical e del progetto Future artificial intelligence research, che si pone come obiettivo lavorare affinché si proponga un framework per un’intelligenza artificiale sostenibile e inclusiva: «Il tema è non lasciare indietro nessuno -spiega Scarcello – perché è innegabile l’impatto che queste tecnologie avranno sulle nostre vite. C’è però un tema di sostenibilità, non solo alla luce dei costi che questi sistemi hanno e dei finanziamenti enormi per ottenere dei risultati ma anche dell’impatto energetico. A Cosenza c’è un nucleo di studio importante sull’intelligenza artificiale ma questo deve portarci a lavorare sempre più e queste occasioni sono fondamentali per aprirsi a nuove collaborazioni».
I fondi a disposizione per la Calabria
Ha colto subito la sfida Nicola Irto, che ha rimarcato l’importanza dell’iniziativa e dell’impegno del Partito Democratico sui temi: «Questo partito ha scelto di uscire dalle sue stanze e di confrontarsi sui temi con esperti, società civile, cittadini: in Calabria, in questo momento, c’è una quantità di fondi a disposizione enorme tra le risorse del Pnrr e quelle della programmazione europea. A questo si aggiunge che abbiamo, come vedete, alcuni tra i migliori ricercatori sul tema: eppure la Regione non sta facendo nulla per affrontare un tema così importante, mentre investe su bandi e misure che vengono dal Novecento. Noi vogliamo invertire questo paradigma e governare un cambiamento così epocale.
I rischi sulla popolazione occupabile e le opportunità per la crescita economica sono stati illustrati da Damiano Silipo, docente Unical di Economia Politica, che ha sottolineato come se da un lato un lavoratore su tre è destinato ad essere sostituito o passato a nuova mansione, da un lato l’intelligenza artificiale promette grandi risultati in campi strategici della nostra economia, come la riduzione dell’effetto serra e le analisi sulle grandi sfide in campo sanitario o produttivo.
Chiusura affidata a Brando Benifei, capogruppo degli europarlamentari del Partito Democratico, che ricordando l’impegno dei democrat sul fronte delle nuove tecnologie ha affondato pesantemente sul governo Meloni e sul fronte sovranista: «Mentre nelle commissioni decidevamo ed elaboravamo il nuovo regolamento europeo, che deve mettere limiti e paletti a sistemi di controllo come il social score cinese, il riconoscimento emozionale sul luogo di lavoro o il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, i sovranisti si mettono di traverso. Basti pensare che io sto dialogando con tutti i governi d’Europa nel mio ruolo di relatore del regolamento sull’intelligenza artificiale, mentre il delegato del governo Meloni nemmeno si presenta nelle commissioni e negli appuntamenti previsti. Tutto ciò è inaccettabile e con la segreteria Schlein porremo un freno a questi atteggiamenti».