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Centodieci secondi per chiedere una mano d’aiuto. Un appello al popolo del web per ricostruire quello che fino a pochi giorni fa era il punto ristoro de “Orme nel Parco”. Il primo parco ecoesperenziale del sud Italia. Dalla notte del 4 maggio scorso quel punto ristoro, infatti, non esiste più. Un incendio lo ha distrutto mandandolo letteralmente in fumo. Massimiliano Capalbo e Giovanni Leonardi, i fondatori del parco, non si sono però demoralizzati e, stimolati dalle centinaia di messaggi ricevuti via social, si sono rimboccati le maniche ed hanno cominciato a ricostruirlo senza perdere tempo. E per velocizzare le attività si sono rivolti al popolo di Internet.
Con un video messaggio su Youtube (poi ripreso su tutti i social) hanno organizzato una raccolta fondi: «Insieme al mio socio – spiega Massimiliano Capalpo – ci siamo accorti che questo non è più solo il nostro parco ma quello di tutti i calabresi che in questi giorni ci hanno inondato di messaggi. A loro – continua – chiediamo un aiuto di qualsiasi genere. Economico, materiale necessario per la ricostruzione, forza lavoro. Tutto. Chiuque contribuirà alla ricostruzione di del punto ristoro di “Orme nel Parco” – sottolinea Capalbo – riceverà un “benefit”che potrà essere speso all’interno della struttura».
Caccavari tra i sostenitori. Al fianco di Capalbo e Leonardi anche Stefano Caccavari, il giovane imprenditore di San Floro che con i fondi raccolti sul web ha recuperato un mulino a pietra ed ora produce farine come si faceva un secolo fa. «Cari amici qualche settimana fa un brutto incendio ha devasto il punto ristoro di Massimiliano, detto Max, lui è per me un mentore un amico un imprenditore fuori dagli schemi. Ho appena partecipato pure io alla raccolta fondi per la ricostruzione del punto ristoro, nel suo, anzi nostro, Orme nel parco in Sila. Chi pensa che delle fiamme possano distruggere una comunità di imprenditori, di amici, di simpatizzanti, di appassionati, si famiglie e di gente Onesta si sbaglia di grosso. Faremo di nuovo un record, aiutiamo tutti Max.»
Alessio Bompasso