A leggere una deliberazione del comune di Falerna, a breve,  al confine con il comune di Nocera Terinese, pare stia per essere realizzato un inceneritore, anche se l’oggetto della delibera è congeniato per dare l’impressione che si tratti di altro.

La preoccupazione è forte e, diversi cittadini si sono messi in stato di allerta. Ma facciamo un passo indietro, ovvero all’oggetto della delibera la quale recita: PROPOSTA DI PROJECT FINANCING, AI SENSI DELL'ART. 183 CO. 15 D. LGS. 50/2016 PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO PER "LA VALORIZZAZIONE ENERGETICA DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI" PROVENIENTI DAL TERRITORIO INTERCOMUNALE DELL'UNIONE DEI COMUNI "MONTI MA.RE. DA TEMESA A TERINA". DETERMINAZIONE IN ORDINE ALLA VALUTAZIONE E DELLA FATTIBILITA' DELLA PROPOSTA. E la giunta di Falerna si determina e snocciola la procedura con la quale affida ad una società privata questa iniziativa di Project Financing che, tradotto per i comuni mortali,  significa che il privato se lo finanzia in proprio. Tuttavia, siccome nel mercato nessuno regala niente a nessuno, significa che l’investimento è finalizzato a fare business. Un progetto abbastanza consistente a giudicare dal quadro economico, oltre 2 milioni di euro d’investimento. Il punto però, in questa vicenda, è un altro, almeno a leggere gli atti. Infatti,  se da un lato è  assolutamente legittimo che chi investe abbia poi la possibilità di guadagnare, altrettanto legittimo dall’altro lato, è che, l’opinione pubblica, abbia il diritto di sapere se un tale progetto sia dannoso per l’ambiente,  per la salute e, se una tale iniziativa, possa danneggiare le attività commerciali presenti nella zona, tenuto conto che,l’area è densamente  abitata e ricca di numerose attività alberghiere e di ristorazione.

 

Nel corpo della delibera infatti, la musica cambia radicalmente, rispetto all’oggetto e, si comprende chiaramente  che,  nella sostanza, l’impianto previsto, altro non è che,  un inceneritore a tutti gli effetti, finalizzato a produrre energia dal ciclo dei rifiuti. L’impianto, infatti, dovrebbe produrre “syngas”,  un combustibile gassoso sintetico. E qui sorgono i primi dubbi e le prime perplessità. 

 

Intanto, facciamo ancora un passo indietro e facciamo chiarezza sui protagonisti istituzionali della vicenda. Il progetto, infatti,  è stato varato dall’unione dei comuni “Monti Ma.Re.  che comprende i comuni di Martirano Lombardo, Conflenti, San Mango D’Aquino, Nocera Terinese, Falerna e Gizzeria. Capo fila del progetto il comune di Falerna. Alla base del via libera dagli altri enti c’era un accordo di programma del 2014, il quale, nella delibera del 3 aprile del comune di Falerna viene richiamato. In questo accordo di programma, oltre agli obiettivi di riduzione dei costi dei comuni per lo smaltimento dei rifiuti,  gli enti si dichiarano disponibili al trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani ai fini della produzione di Biogas.  

 

Al comune di Falerna come recita la delibera n. 82 del 03/04/2017in data 28.12. 2016 con prot. 8278, arriva la proposta della società MAREnergy S.r.l con sede in Lamezia Terme in via P.Giuliani, 4,  la quale formula il Project Financing finalizzato alla realizzazione dell’impianto.

 

Se scendiamo nei particolari i dubbi e le perplessità sono destinati ad aumentare. Basta dare un’occhiata attenta proprio al quadro economico che presenta la MAREnergy S.r.l alla voce Macchinari e attrezzature e notiamo che è previsto l’acquisto di un impianto completo atto alla trasformazione mediante Pirogassificazione in Energia Elettrica e Termica per un importo 944.500,00  e ancora un Trituratore modello 1300 per un importo di 75.000,00.

 

Rischio Tumori

 

Proprio la Pirogassificazione fa sorgere molti dubbi sulla bontà e sulla sicurezza del progetto varato dal comune di Falerna. In Valle D’Aosta dove si stava realizzando un impianto simile a quello che si vuole realizzare a Falerna in pieno centro abitato, un gruppo di Oncologi, i professori,  Fulvia Grasso, Alessandra Malossi, Alessandro Mozzicafreddo, Silvia Spinazzè,  in documento inviato alle istituzioni regionali affermavano : “desideriamo esprimere la nostra viva preoccupazione per l’ipotesi di costruzione di un impianto di trattamento a caldo dei rifiuti, denominato Pirogassificatore. Nelle popolazioni esposte alle emissioni di inquinanti, provenienti da inceneritori, sono stati ben documentati numerosi effetti avversi sulla salute, tra cui un aumentato rischio di cancro del polmone, linfomi non Hodgkin, neoplasie infantili e sarcomi. Non a caso gli impianti di incenerimento rientrano fra le industrie insalubri di classe I in base all’articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie; qualunque sia la tipologia adottata e qualunque sia il materiale destinato alla combustione essi danno origine a diverse migliaia di sostanze inquinanti, solo in parte identificate”. Sulla base di queste considerazioni la regione Valle D’Aosta bloccò la costruzione di quell’impianto di Pirogassificazione.

 

A questa considerazione si aggiunga che, sempre nel quadro economico della MAREnergy S.r.l allegato nella delibera del comune di Falerna, si parla anche dell’acquisto di un Trituratore, una circostanzache lascia immaginare che l’impianto non sarà destinato a “bruciare” solo la frazione organica.

 

Ma cos’è un pirogassificatore e in che cosa si differenzia dai comuni inceneritori?

 

Dal punto di vista normativo e legale il pirogassificatore viene equiparato a tutti gli effetti ad un inceneritore. Il pirogassificatore è un inceneritore che funziona in due stadi: prima i rifiuti vengono riscaldati per produrre del gas (syngas) che poi viene bruciato. Non esistono informazioni scientifiche circa una minore tossicità delle emissioni generate da impianti di combustione di questo tipo. Il pirogassificatore a fronte di una maggiore complessità costruttiva, minore affidabilità e sicurezza, maggiori rischi nella realizzazione e nella gestione (fonte Ing. P. De Stefanis - ENEA), consente di costruire impianti più piccoli e flessibili rispetto agli inceneritori tradizionali che per funzionare bene devono trattare grandi quantità di rifiuti somministrati in modo costante. Il processo di pirogassificazione d’altro canto presenta delle criticità nel trattamento di materiali non omogenei quali i rifiuti solidi urbani.

 

 

A questo punto i dubbi e le perplessità aumentano e diventano macigni e chiamano in causa tutte le istituzioni. E soprattutto sorgono spontanee una serie di domande. Intanto se si deve bruciare solo la frazione organica c’è da chiedersi: a che cosa serve un Trituratore?  Questo progetto possiede tutte le autorizzazioni necessarie? E’ stato fatto uno studio dei rischi e di impatto ambientale? Regione, Arpacal, Associazioni ambientali sono state interessate? Sarebbe interessante, infatti, conoscere la loro posizione su questo impianto.

 

E a questo punto non possono far finta di niente nemmeno gli amministratori del consorzio dei Comuni, "MONTI MA.RE. DA TEMESA A TERINA", i quali hanno indicato Falerna quale comune capofila, se non fosso altro che, proprio l’accordo di Programma tra questi enti, all’articolo 8, affida ai comuni del consorzio compiti di vigilanza. Inoltre, nelle decisioni assunte dal comune di Falerna si profila proprio una violazione quell’ accordo di Programma sottoscritto dalle parti ed allegato alla delibera di giunta n. 202 del 2014,  nel quale i comuni si impegnavano a realizzare un impianto, indicato nelle premesse di pagina 2 al punto  3. Ovvero quello “di ottenere una ulteriore riduzione degli oneri di smaltimento, avvio e recupero della frazione umida derivante dalla vendita dell’energia elettrica e termica dell’impianto di produzione di biogas”. Il comune di Falerna nella delibera di giunta 82/2017, invece, ha approvato la costruzione di un impianto che prevede di: “Ottenere una ulteriore riduzione degli oneri di smaltimento, avvio e recupero della frazione umida derivante dalla vendita dell’energia elettrica e termica dell’impianto di produzione di SYNGAS”. Tra le due finalità c’è una consistente differenza, considerato che, mentre nel BIOGAS: il principale costituente è il metano (CH4) assieme all'anidride carbonica (CO2), il SYNGAS, invece, è un combustibile gassoso sintetico. Quest’ultimo si ottiene bruciando la frazione organica ma anche altri elementi dei Rifiuti solidi urbani.

 

Infine c’è da chiedersi se  l’opinione pubblica di Falerna e Nocera Terinese, sia stata sufficientemente edotta sui rischi per la salute che può arrecare un  impianto di questo genere, si tenga presente che, le scuole medie ed elementari di marina di Nocera Terinese, sono a meno di 800 metri di distanza in linea d’aria dal luogo dove dovrebbe essere allocato l’inceneritore.  In Valle D’Aosta, prima di varare questo progetto la gente è stata consultata con un Referendum. Ci chiediamo per quale motivo il Sindaco di Falerna e gli altri Sindaci del Consorzio, non hanno inteso seguire questa strada.

 

Tra l’altro Pirogassificatore e raccolta differenziata non vanno d'accordo. Infatti, se i livelli di recupero di materia raggiungessero livelli di eccellenza, ben oltre il 65% delle norme, non solo vi sarebbero minori quantità di rifiuti da smaltire, ma anche la qualità sarebbe poco adeguata. Se al rifiuto indifferenziato si toglie la carta e il cartone, la frazione organica che non brucia, ma porta i certificati verdi, gli imballaggi di plastica, il residuo avrebbe un potere calorifico irrisorio, probabilmente insufficiente a mantenere le reazioni all'interno dell'impianto. La società privata che otterrà la gestione, per avere un legittimo ritorno economico, visto l’investimento di oltre 2 milioni di euro, è plausibile che vorrà invece operare al massimo della propria capacità. E dunque, le probabili rassicurazioni delle Amministrazioni interessate,  sulla proprie determinazioni a procedere comunque sulla strada virtuosa della riduzione dei rifiuti e dell’aumento della raccolta differenziata,  oggettivamente, sono difficilmente conciliabili con le caratteristiche del progetto e con gli interessi del gestore dell’impianto.

 

Infine, sarebbe trasparente e doveroso conoscere l’identità della società autorizzata dal Comune di Falerna a realizzare questo progetto, da una semplice voltura camerale, infatti, la MAREnergy S.r.l è un incastro di società con la formula delle scatole cinesi che a guardarci dentro si comprende poco.

 

Pa.Mo.