Il tema del giorno di Dentro la notizia (clicca qui per rivedere la puntata), il format LaC condotto da Pier Paolo Cambareri, tocca il mondo dell’infanzia, in particolar modo i diritti dei bambini. I ritardi della Neuropschiatria infantile in Calabria non sono più accettabili e il caso sollevato da Francesco Scarpino, consigliere comunale di Catanzaro nonché ospite della puntata, mette la nostra regione davanti a un bivio.

Nel capoluogo catanzarese ci sono, infatti, 70 bambini che attendono di essere sottoposti ai test per l’individuazione di eventuali disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa): un passaggio fondamentale per diversificare le loro attività scolastiche, assicurandogli il diritto a una crescita sana e, chiaramente, allo studio.

In Calabria si parla di 11.300 bambini con disturbi di cui soltanto 3.600 certificati. Significa che mancano all'appello oltre 8.000 casi. Cosa sta succedendo allora, nonostante i tentativi della Regione di supportare la causa? Scarpino risponde così: «Le psicologhe e le logopediste individuate stanno smaltendo tutto il pregresso. Dunque è chiaro che tutti quei bambini che manifestano oggi determinate problematiche verranno attenzionati soltanto in futuro, magari tra anni, quando poi le difficoltà aumenteranno».

Una situazione paradossale, in cui i fondi sono disponibili e il team di specialisti è pronto, ma l'immobilismo continua a prevalere: «È inconcepibile che la politica non sia intervenuta e che l’Asp non batta ciglio. Qual è l’impedimento, da parte loro, per dare il via a queste visite aggiuntive? La situazione di tante famiglie in Calabria non è buona e non è giusto che le famiglie meno abbienti, quelle che non riescono ad attivare canali economici alternativi, non abbiano la possibilità di far svolgere ai propri figli questi test. Domani, in tal senso, chiederemo un incontro al generale Battistini (che guida l’Asp di Catanzaro, ndr) per aver un quadro completo».

Presente in video messaggio anche Rubens Curia di Comunità Competente, che evidenzia alcune promesse risalenti a circa due anni fa e poi mai mantenute: «Avevamo chiesto che venissero restituite tre unità operative complesse ospedaliere, al Pugliese-Ciaccio (oggi Dulbecco), al Gom e all’Annunziata. Un decreto del Ministero permise la costituzione di questo reparto solo alla Dulbecco. Una goccia nel deserto, ma pur sempre una goccia, a cui non è stato dato seguito perché tale unità operativa è stata bloccata».

Due battaglie che si legano e che avranno, si spera, degli sviluppi nell’immediato futuro.