VIDEO | Un viaggio nelle realtà che lavorano ogni giorno per dare speranza e supporto a chi soffre. Per regalare un sorriso e rendere speciali anche le feste. In prima linea il nostro network insieme al presidente Domenico Maduli
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Un viaggio nella Calabria degli ultimi, nella Calabria che lotta e non si arrende, nelle realtà che lavorano ogni giorno per dare speranza e supporto a chi soffre. È il viaggio che ha visto in prima linea LaC e il presidente del gruppo Domenico Maduli nelle scorse settimane.
La visita al Centro Florens dell'Istituto Alberghiero di San Giovanni in Fiore ha inaugurato il ciclo di iniziative sociali. L'editore della nostra testata ha visitato lo storico centro di formazione professionale dell'ambito turistico-alberghiero, un fiore all'occhiello per la comunità silana, recentemente riaperto e che ospita circa settanta studenti in un contesto convittuale contraddistinto da sistemazioni confortevoli, servizi e spazi attrezzati per attività ludiche e sportive.
Per il sociale | Conoscere per comunicare, il viaggio di LaC nella Calabria che lotta e non si arrende
Nella seconda tappa le telecamere del nostro network hanno fatto tappa nella comunità di recupero Exodus di Caccuri per accendere i riflettori su una piccola grande realtà che dà una possibilità a chi è caduto nel vortice delle dipendenze. Quella di Caccuri è una delle tante sedi che il vulcanico don Mazzi ha seminato, come in un grande campo, per tutta Italia. Deborah Granata e Roberto Sena ne raccolgono i frutti più buoni che hanno il sapore di una vita che ricomincia.
Ad aprire le porte a LaC è stata poi anche l'associazione Sabir a Crotone. In particolare il centro A casa di Iulia che offre servizi ludico-educativi rivolti a minori, con percorsi psico-educativi e terapeutici per bambini con disturbo dello spettro autistico, dell’apprendimento, o problematiche comportamentali e del linguaggio.
Tropea ha fatto invece da cornice all'ultima tappa del viaggio di LaC. Qui sorge il centro di solidarietà don Mottola per gente gravi problemi, senza famiglia, con notevoli disabilità, con evidenti stati di bisogno e di continuo sostegno. Assistiti amorevolmente da un gruppo di volontari, quasi tutte donne, non più giovanissime, che da molti anni garantiscono cura e assistenza a tanta povera gente che non ha niente, e diversi di loro non hanno nessuno.