Grande festa a San Nicola de Legistis, piccola frazione di Limbadi, per il ritorno a casa di Francesco, 17enne sottoposto a trapianto di rene al Bambin Gesù di Roma. Gioia e commozione dopo quaranta lunghi giorni di assenza, al termine dei quali ha trovato ad aspettarlo l’intera comunità, insieme al parroco, don Francesco Pontoriero, ai suoi tanti amici e ai compagni di classe. Nella via di casa: festoni, palloncini colorati, canti, slogan e persino i fuochi d’artificio.

«È stata un’emozione incredibile e indescrivibile. Non ci sono parole per esprimere tutto quello che ho provato. Non mi aspettavo tutto quello che hanno fatto per me e il bene che mi hanno manifestato: non finirò mai di ringraziarli», dice Francesco.

La grande festa di bentornato

Particolarmente commovente il momento in cui don Francesco ha letto una lettera, ripercorrendo il lungo viatico patito da Francesco insieme alla sua famiglia, in particolare mamma Rosina e papà Vincenzo, e la sorella Nicole. Una via crucis fin dai primi giorni della sua vita, scandita dai continui viaggi verso Roma (3-4 volte l’anno), che nell’ultimo periodo si è trasformata in calvario, a partire dall’inizio del nuovo anno, quando le sue condizioni si sono aggravate e si è dovuto sottoporre ad emodialisi. «Il tuo più grande sostegno in questa avventura è stata certamente la tua famiglia che ti ha riempito sempre di attenzioni, cure e in particolare di tanto tanto amore. Mai come ora la tua mamma si guarderà indietro ripensando alle difficoltà affrontate e alla paura di non vedere la luce. In te vedrà l’orgoglio di non essersi mai arresa, e come avrebbe mai potuto farlo?! Sei il suo bambino! Da oggi in poi fa sì che il tuo cammino sia come una tela bianca, senza ombre, ed a ogni passo aggiungi un colore in più per far sì che alla fine si riveli una meravigliosa opera d’arte», questa la conclusione della lettera, al termine della quale un lungo applauso ha sciolto la tensione e coronato l’abbraccio della comunità. Infine, lo scarto dei regali con le mani tremanti di Francesco e il taglio della torta, preparata dalla zia Concetta.

La chiamata tanto attesa e il trapianto

Il ritorno a casa e la festa di “Bentornato Francesco” che ha coinvolto tutta la comunità, sotto la regia del “comitato festa” formato da donne, chiude la prima parte della sua storia, e ne apre un’altra, diversa. Il viaggio verso la sua nuova primavera inizia la sera del 14 febbraio, quando il telefono, verso le 23, squilla. La voce di un dottore dal Bambin Gesù preannuncia che Francesco doveva recarsi con urgenza nell’ospedale romano, perché era in arrivo l’organo che aspettava da luglio 2021, quando era stato messo in lista per il trapianto; prima di lui, però, c’è un altro ragazzo. La famiglia limbadese parte in piena notte, con uno stato d’animo pieno di speranza ma anche gravato dall’incertezza. Verso le 9 arriva la sospirata chiamata di conferma: sarà Francesco a sottoporsi al trapianto. Arrivati in ospedale viene preparato per l’intervento e nel pomeriggio, subito dopo l’arrivo dell’organo, verso le 16 inizia l’operazione. Dura circa quattro ore. Dopo due giorni di terapia intensiva, le analisi attestano che il decorso post operatorio procede bene e così viene trasferito in reparto. Poi, dimesso dall’ospedale, insieme alla madre trascorre gli ultimi 15 giorni in una struttura adibita all’accoglienza dei pazienti che risiedono lontano, per monitorare il tutto. E martedì 22 l’esito positivo, con l’ultimo controllo: Francesco può far rientro a casa.

Tutti i medici che lo hanno seguito fin dai primi giorni, nel corso dell’ultima visita, hanno manifestato soddisfazione e gioia perché tutto stava procedendo secondo le attese. Anche per loro, aver visto Francesco rinascere, rappresenta una vittoria. Sono diversi i dottori che lo hanno seguito con cura e amore, oltre che con la riconosciuta professionalità di cui gode a livello internazionale il Bambin Gesù. In particolare Francesco ringrazia i medici che lo hanno assistito dall’inizio, a partire dalle dottoresse Marcella Greco, Alessandra Gianviti e Laura Massella; e poi lo staff medico che lo ha seguito durante il trapianto: Luca Dello Strologo (responsabile della Clinica trapianti rene), Maria Cristina Mancuso (originaria di Lamezia), Isabella Guzzo, Francesco Emma, e infine tanta gratitudine per l’unità che ha eseguito il trapianto.

Una nuova vita

Comincia ora una nuova vita per Francesco, dopo tanti anni contrassegnati da una spola sfibrante tra la Calabria e Roma, continue analisi e terapie da aggiornare. Attese, speranze ma anche momenti di profondo scoramento, sia per Francesco che per la famiglia. Tanta pazienza e sacrifici, fino al piccolo grande “miracolo” di quest’anno. Una storia, quella di Francesco, che è simile a quella di tanti bambini e ragazzi. Storie che vivono di sentimenti contrapposti, la grande gioia di una famiglia e la tragedia di un’altra. Ma Francesco ora sa che si porta dentro una parte della vita ignota di un altro ragazzo come lui, che rinasce ogni giorno nei suoi occhi, nei suoi sentimenti, nei suoi desideri.