Il divorzio e la ribellione al sistema patriarcale segnano la vita di una donna coraggiosa. «Mi hanno messo tutti contro, ho pagato un prezzo altissimo. Ma adesso ho accanto a me le persone più importanti»
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La signora ha un nome e cognome. Che non diremo vista la delicatezza della storia. E a salvaguardia dei figli. Vive da sola in un piccolo comune calabrese. La sua è una storia difficile, molto complicata, fatta di lunghi anni di amarezze, minacce e tanta sofferenza. Ha accettato di parlare con noi, forse perché finora non ha mai voluto e potuto farlo, e perché questo è il momento giusto.
Siamo a Natale, ma Maria (nome di fantasia) chiarisce subito: «Mi dispiace, ma io non amo il Natale, perché è falso. Perché parla di valori che non esistono più, ma che io ho conosciuto. Ricordo ancora il profumo del Natale, i soldini, le poche lire che i nonni ci davano insieme alle caramelle. Gli adulti profumavano di valori e amore»
La signora Maria per diversi anni ha festeggiato il Natale, poi si è ribellata al sistema patriarcale in cui era costretta a vivere, ha lasciato il marito, e per questo ha pagato un duro prezzo. Un prezzo terribile, perché ha perso tutto. «Nel mio paese ero la prima donna a separarsi. Fu una vergogna. Per questo sono stata umiliata e mortificata. E sono rimasta da sola».
Com’è facile umiliare una donna! Ma forse in tanti non sanno che una donna trova dentro di sé una forza enorme per rinascere. E alla fine vince sempre. «Mi hanno messo contro anche i miei figli. Abbiamo sofferto molto, ma loro erano stati costretti a identificarsi con la cultura maschilista e mafiosa calabrese. Sono stati costretti a rifiutare completamente una madre “diversa”, ribelle. Umiliandola a sua volta, per gratificare il padre». Maria ha continuato a lottare come una leonessa, ha recuperato il rapporto con i figli, è riuscita a trovare soluzioni originali, pagando prezzi inauditi, e alla fine i figli sono quasi fuori da quell’inferno.
«I miei figli per Natale sono con me, abbiamo realizzato un rifugio fatto di pace e silenzio. Abbiamo ricostruito un rapporto sano, siamo rinati integrando i pezzi di vita e le tappe essenziali che erano mancati a loro e a me. Siamo stati lontani da tutto e da tutti, ma ora siamo vicini. Stiamo superando quegli anni orribili». Per i cristiani la notte di Natale è la notte della nascita di un bambino poverissimo che sarebbe diventato Dio, il figlio di Dio. Nel frattempo tanti bambini stanno morendo di fame. O sotto le bombe. «Non sono credente - dice Maria - ma amo un comandamento che basterebbe da solo per regolare tutti i rapporti: umani con la vita e con la morte».
Il fuoco, il sogno, la solitudine. La cura dello spirito. Ecco il mondo di Maria. Quanto è lontano il mondo di oggi da tutto questo? «Molto lontano, l'uomo è andato contro la sua stessa natura. E ora siamo finiti in un'epoca di oscurantismo, del tutto evidente». C’è paura che si torni indietro, ai tempi peggiori. Ma quelli attuali non sono certo i migliori. Se potessi scegliere, dove vorresti vivere? In quale epoca? «Mi sarebbe piaciuto vivere la rivoluzione del ‘68. In Italia».
Oggi la donna è veramente libera? Confrontandosi con l’uomo, la donna ha veramente raggiunto la parità e la libertà? «Assolutamente no. La donna ha emulato l’uomo per essere alla pari, ha usato modalità maschili, snaturandosi. La donna è diventata un po' uomo. Era necessaria la rivoluzione e non poteva certo avvenire in maniera armonica con strumenti o valori femminili. Ci siamo difese, eravamo frustrate e arrabbiate. Abbiamo esagerato e ora bisogna raddrizzare il tiro».
Maria è una bella signora, alta, capelli rossi, una grande voglia di lottare per non accettare imposizioni e sopraffazioni. Dopo un lungo periodo di battaglie, vive da sola. Ha una sua visione della vita. E dopo tante amare sconfitte sta vincendo le sue battaglie più importanti. Ha recuperato il rapporto con i figli. E se anche non è credente, vivrà il Natale con loro, lontani dalla Calabria. E sarà un Natale di serenità.
Almeno questo lei lo merita.