VIDEO | La storia che lega il parroco Suppa alla signora Maria Grazia che viveva in condizioni di degrado circondata da gatti
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Fin da piccolo don Rocco Suppa, nativo di Maierato, un piccolo paese del Vibonese, desiderava diventare farmacista e sacerdote. E così, dopo aver realizzato il primo sogno di indossare il camice bianco lavorando alle Isole Eolie, a Giffone, a Spilinga e infine nella farmacia “Fatebenefratelli” sull'isola Tiberina di Roma, il 24 maggio 2014 viene anche consacrato sacerdote. Don Rocco ha 46 anni e anche se la sua vocazione è stata tardiva, è subito apparsa intensa nello slancio di aiutare il prossimo. È parroco da otto anni di due piccoli centri del Vibonese, Dinami e Limpidi, e da subito si è trovato di fronte a situazioni particolari. Così come dice Papa Francesco, nei piccoli e grandi centri ci sono sempre delle periferie esistenziali. Il suo primo intervento è stato rivolto a Marco, un uomo che veniva dalla Polonia e che viveva sotto un albero coperto da due lamiere: con l'aiuto della comunità, gli è stato trovato un alloggio. Oltre a Marco, sono stati aiutati due gemelli orfani di 12 anni che oggi lavorano e stanno bene.
La storia di suor Maria Grazia
La situazione più complicata è stata invece quella di “Suor Maria Grazia”, che a Dinami si fa chiamare così in quanto per vari anni ha vissuto in una comunità religiosa. Suor Maria Grazia, oggi quasi novantenne, vive ancora oggi qualche problema esistenziale, molto difficile da gestire: spesso impediva ogni possibilità di aiuto a don Rocco. Ma un parroco non può vivere tranquillamente sapendo le condizioni di vita di una sua parrocchiana, che viveva in un alloggio disagiato e con tanti gatti in casa: così ha segnalato la situazione ai servizi sociali e subito si è messo in moto la macchina della solidarietà con Mariantonietta Galati, assistente sociale specialista territoriale e la Caritas diocesana, che l’ha persuasa pian piano ad accettare l'aiuto del parroco.
L'aiuto di don Rocco
Oggi Suor Maria Grazia vive in questo nuovo alloggio che gli è stato dato dalla comunità, anche se non abbandona i suoi gatti e li va a trovare dandogli da mangiare. Questo parroco può essere considerato un esempio di vita sacerdotale verso gli ultimi. In questo mondo non tutti sono fortunati e bisogna pensare anche agli altri. Ogni sacerdote si deve spendere per la propria comunità, sia piccola che grande. Papa Francesco in una delle sue udienze ai seminaristi disse: una volta ho trovato un parroco di un paese piccolo, un bravo parroco: “Tu cosa fai?” “Io conosco il nome di ognuno dei miei parrocchiani, della gente” “Dimmi, ogni persona?” “Tutti! Anche il nome dei cani!”.
Un sacerdote vicino alla sua gente, appunto la vicinanza, ha continuato Papa Francesco, vuol dire pazienza, vuol dire bruciare la vita, perché, diciamo la verità, il santo popolo di Dio stanca, stanca! Ma che cosa bella è trovare un sacerdote che finisce la giornata stanco e che non ha bisogno delle pastiglie per addormentarsi bene.